La Resistenza contro il fascismo e il nazismo è stato un grande evento storico e la storia, al contrario dell'ideologia o dell'opportunismo, si basa sulla verità dei fatti piuttosto che su incerte certezze assolute.
La storia descrive il mondo, cioè anche il fascismo e l'antifascismo, come è stato , non come si vorrebbe che fosse stato, per poi finire in gloria affermando la Resistenza morirà con i partigiani per risorgere contro la mafia in "Libera" .
Al ritmo di "Bella ciao", suonata dalla banda municipale, confusamente mi tornava alla mente un articolo scritto da Natalia Ginzburg sulla perduta chiarezza del linguaggio. Tornato a casa ho rintracciato, via internet, La Stampa il 27 ottobre 1981, nel quale si legge: «Nel tempo nostro, la chiarezza nello scrivere è diventato un bene quanto mai raro […]. Il fine di chi scrive, sui giornali e dovunque altrove, non è più quello di comunicare al prossimo un proprio sentimento o pensiero, o ciò che ha visto, intuito o appreso, o ciò che ha inventato, o una sua visione del mondo […]. Il fine di chi scrive è in primo luogo avvilupparsi di nebbia, e produrre nebbia», e in effetti, prosegue la Ginzburg, «la chiarezza reale è la chiarezza del linguaggio quando non è morto, ma è vivo. Quello che ti fa gelare, nei manoscritti pieni di nebbia, è il senso che non sono stati scritti per nessuno. Il prossimo, al di là di quella nebbia, non esiste come essere vivente; esiste, al suo posto, un’entità astratta, di cui si vuole ottenere l’assenso; il fine di chi scrive – conclude Ginzburg – non è di raggiungere il pensiero di un altro essere, di un suo simile; il fine è dare della nebbia, e ottenere, con la nebbia, rispetto e venerazione».
Questa mattina mi son svegliato oh bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao...
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