“La resistenza del maschio” – Elisabetta Bucciarelli

Creato il 18 gennaio 2016 da Temperamente

Che cosa sono i libri se non persone che ti raccontano qualcosa di importante di loro, qualcosa che non va dimenticato?

La resistenza del maschio è l’ultimo libro di Elisabetta Bucciarelli. Un Uomo e tre donne i protagonisti, per una storia che procede a scatti ed incastri: un po’ si racconta l’uno, poi l’altra, poi l’altra ancora, alternando storie, tempi e luogo.

Mi sembra come se questa storia fosse ricca di “se”. Se Chiara avesse saputo di Marta, che avrebbe detto ?E se Silvia avesse incontrato il suo uomo dei caffè, cosa sarebbe successo? Se la prostituta non si fosse trovata lì? Se Effe fosse morta? Se la Moglie avesse avuto il figlio tanto desiderato? Se lui avesse ceduto ? Eppure, non è un giallo. È la vita, direi. Quante sono le occasioni perdute, i frammenti di istanti che si sono sovrapposti o meno e che così hanno cambiato l’intero corso di alcune esistenze? Quante le casualità che hanno poi rappresentato una svolta nella nostra vita, quanti gli appuntamenti importanti che poi sono diventati completamente irrilevanti, quanti i momenti che ci sono sfuggiti? Di rimpianti non si vive. E d’altronde

Ciò che deve accadere accade. È la proiezione ortogonale dello stesso concetto.

Così parla l’Uomo, così ha deciso lui. Lui che misura qualsiasi cosa, che di lavoro fa l’architetto, che conosce le distanze, tanto quelle fisiche quanto quelle reali. E in esse vive, si potrebbe affermare.
C’è una poesia nel libro, che scorre sotterranea, silenziosa e intensa. Non è una poesia specifica, è lo stile di Elisabetta Bucciarelli: la sua penna si muove leggiadra ma potente, ispiratrice ma nascosta. Non ci sono versi, rime o odi. Ci sono parole che evocano immagini, immagini che vogliono dire altro da quello che sono. Metafore e similitudini. E nonostante la poesia, c’è la quotidianità, il tran tran, i social network, la spesa e il bar. A volte, mi è sembrato di rivedere persone e cose che conosco, nei loro atteggiamenti peggiori: uomini che tradiscono, donne che manipolano e fanno giochetti, insincerità, e tanta fragilità.

In questo suo ultimo romanzo la Bucciarelli mostra proprio questo: la nostra vanità, la nostra vacuità, la nostra fragilità. Maschi o femmine che siamo, qualunque sia il lavoro che svolgiamo, siamo piccoli animali, che provano, a loro modo, a resistere.
La differenza tra il modo di resistere di una donna e quello di un uomo è differente, chiaramente. Ma è diversa anche tra donna e donna, tra uomo e uomo:

«È diverso» riprende Silvia «non esiste mai una separazione definitiva, non riesci a chiudere una storia come si deve, è una continua riesumazione, siamo circondati da salme di rapporti». Chiara s’inserisce: «Per me solo esercizi di equilibrio, stare sul filo, non cadere troppo spesso, non farsi troppo male, cose così. E non mi riesce nemmeno troppo bene»

Forse per questo motivo non è scattata quella sorta di riconoscimento reciproco tra me e uno o più di personaggi, che spesso si comportano o dicono cose che io non avrei mai detto né fatto. Ma, c’est la vie e il mondo è bello perché è vario: perciò accetto, luoghi comuni a parte, la multiformità delle persone, delle situazioni, delle azioni.

Un’idea che ho apprezzato moltissimo legata al libro è il suo songbook creato da NNeditore: si possono ascoltare tutte le canzoni citate nel libro, fruibili tramite Spotify, per calarsi ancora di più nel mondo immaginario del romanzo. Una commistione social che ho trovato utile e intelligente, oltre che di buona qualità; una commistione che unisce vero a non vero, finto a reale, letterario a musicale. Un’altra forma di resistenza?

Elisabetta Bucciarelli, La resistenza del maschio, NNeditore, 2015, € 10

[se avete apprezzato la recensione e il libro vi incuriosisce, ecco l’intervista all’autrice]


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