Il voto della Camera sulla responsabilità civile dei magistrati apre una annosa questione, già affrontata in passato (la responsabilità delle toghe fu oggetto di un referendum nel 1987 in cui vinsero i sì, pur restando la norma per lo più inapplicata nel tempo). Le reazioni, tuttavia – soprattutto quelle dei diretti interessati e di Pd, Idv e Terzo Polo – vertono su argomentazioni diametralmente opposte all’approvazione in Aula dell’emendamento presentato dal leghista Gianluca Pini e votato compattamente da Pdl e Carroccio. In pratica “chi ha subito un danno ingiusto per effetto di un comportamento, di un atto o di un provvedimento di un magistrato in violazione manifesta del diritto o con dolo o colpa grave nell’esercizio delle sue funzioni o per diniego di giustizia” può fare causa al magistrato per ottenere un risarcimento dei danni. L’emendamento è contenuto nel disegno di legge sugli “adempimenti degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia alle Comunità europee” che in verità, è stato fatto notare da più parti, contempla la responsabilità degli Stati e non dei singoli magistrati secondo una recente sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea.
(continua a leggere)