Una decisione presa per dare maggiori garanzie finanziarie a club che in questa fase di estrema difficoltà economica generalizzata potrebbero soffrire e incontrare nuovi problemi.
Va comunque registrata l’insoddisfazione dei diretti interessati, che si aspettavano uno sforzo maggiore. Rob Andrew, professional rugby director della RFU, risponde sottolineando che rispetto a tre o quattro anni fa la situazione è decisamente migliorata e che non bisogna dimenticare che i club sono comunque imprese private e che la federazione non può coprire i costi delle società: alcune hanno problemi mentre altre vivono una condizione tranquilla.
Il problema del Championship rimane comunque l’assenza di una sponsor: per la Premiership invece Aviva immette nelle casse della RFU 20 milioni di sterline. Obiettivo dichiarato della federazione di Londra per il prossimo anno è di trovare un’azienda che leghi il suo nome al campionato cadetto inglese.