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La ribellione dei sindaci francesi: non celebreremo alcun matrimonio gay. Con loro psicologi e giuristi

Creato il 22 aprile 2013 da Iljester

 

parigi

In Francia, nella Francia superlaica, quella che la divisione tra Stato e Chiesa l’han fatta più di cento anni fa, si riscopre molto vicina ai valori cattolici. Ma è solo un’illusione. Perché la verità è che la Francia moderna è una Francia magrebina, molto vicina più ai valori islamici che a quelli cattolici. Il risultato però è lo stesso: opposizione strenua alla celebrazione dei matrimoni gay, voluti da Hollande.I sindaci francesi hanno sottoscritto una petizione decisamente significativa: “Sono contrario al disegno di legge che permette il matrimonio e l’adozione di bambini a due persone dello stesso sesso“.Praticamente il 52% dei primi cittadini francesi rifiuta questa simil-famiglia, rispecchiando il malumore del popolo francese, che in questi mesi di iter legislativo, ha più volte manifestato contro il matrimonio omosessuale e la possibilità per le coppie gay di adottare bambini.

Una situazione davvero incandescente, che però lascia indifferente Hollande e il suo governo, e per giunta il Parlamento (l’Assemblea Nazionale) che prosegue per la sua strada nell’approvazione della legge. Perché è così che è fatta la sinistra in tutti gli angoli del globo: il popolo è solo un dato elettorale; una volta che vota è insignificante.

Eppure fra i “ribelli” ci sono molti, anzi moltissimi cittadini francesi che hanno votato la sinistra socialista di Hollande. Più di 3000 sono i sindaci di sinistra che hanno sottoscritto la petizione e che si rifiuteranno di celebrare i matrimoni omosessuali, là dove dovessero diventare legge. Praticamente siamo al caos istituzionale e sociale.

Ma non solo i sindaci si ribellano. Gli psicologi danno man forte al malumore religioso e laico che non vuole i matrimoni gay. Claude Halmos, uno dei massimi esperti di età infantile ha sostenuto che è un grave errore ritenere che un bambino per crescere non abbia bisogno di due genitori di sesso diverso, perché la questione non è se “gli omosessuali maschili o femminili sono “capaci” di allevare un bambino“, ma se essi possano ”essere equivalenti ai ‘genitori naturali’ (necessariamente eterosessuali)“. Halmos ritiene che un bambino abbia bisogno di due genitori di sesso opposto per crescere correttamente e costruirsi la sua identità sessuale. Un sistema nel quale tutto è possibile, e dove padre e madre sono ruoli interscambiabili fra uomini e donne, sarebbe invece profondamente debilitante per la crescita psicofisica dell’infante. Insomma, un vero e proprio dramma pedagogico.

Vi risparmio la ribellione dei giuristi e dei filosofi francesi, di cui potrete apprendere direttamentedall’interessante articolo dell’UCCR.

Questa la situazione francese. Poi forse potrebbe toccare all’Italia, la cui stampa ha assunto un atteggiamento omertoso nei confronti delle proteste francesi contro i matrimoni omo. E sempre che la sinistra non naufraghi prima (come pare stia facendo) e il centrodestra riprenda il timone del governo (come spero faccia). Forse scamperemo ancora una volta a questa pseudoriforma sociale. L’Italia ha bisogno di tutto tranne dei matrimoni gay, e i bimbi – anche gli orfanelli – hanno diritto a una vera famiglia, dove c’è un padre e c’è una madre che possano aiutarli a crescere nella ricchezza naturale della diversità sessuale. Chiunque di noi lo vorrebbe.


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