Il Lapis Exillis, dall’antico Egitto al Santo Graal, al nazismo magico alla ricerca della Forza Vril
Tratto da “Il Sacro Graal di Stefano Schiavi”
Ma che cosa è realmente questo Graal? E’ un concetto? Un oggetto? Un pensiero o una pietra? Un qualcosa di tangibile o intangibile?
Difficile da dire, difficile solo immaginarlo. Probabilmente non è nulla di tutto questo se non una leggenda che si autoalimenta e viene alimentata ad arte, oggi, anche ad uso semplicemente commerciale.
Ma c’è una cosa di cui siamo perfettamente coscienti: tutto ciò che resiste al tempo e agli uomini ha, comunque, una base di verità. Per piccola o grande che sia questa verità merita comunque il rispetto della storia e l’analisi, più o meno approfondita. Per questo abbiamo deciso di affrontare la teoria del Graal da una angolatura che spesso viene dimenticata o poco affrontata: quella del Lapis Exillis o “pietra in esilio”.
La storia del Lapis Exillis
La seconda versione, anch’essa leggendaria, ma diffusa soprattutto nel nord Europa, sostiene che il Lapis Exillis sia una pietra. Ma una pietra anch’essa sacra ovviamente, nientemeno che la pietra della corona di Fenir che, per la sua superbia, era stato cacciato dal Valallah. Durante questa cacciata la pietra sarebbe caduta dalla sua corona.
C’è poi una terza versione, quella più conosciuta da tutti noi, quella che vuol che il Lapis Exillis sia servito ad Artù, per il tramite del druido-mago Merlino, a conquistare il trono e dare vita a Camelot. E qui siamo di fronte al ciclo arturiano che affonda le radici nel primo medioevo cristiano ma anche alle lotte intestine che caratterizzarono i primi tre secoli del secondo millennio del cristianesimo, quelli che seguirono il famoso “mille e non più mille”. Secoli attraversati dai Templari, dalle crociate, dalla lotta senza quartiere tra cristianesimo e Islam, dalle eresie dei Catari e dai roghi dell’inquisizione.
Viaggio nel tempo, tra Catari, Templari, medaglioni e rune
Ma qual’era il legame che univa degli eretici con i Templari, cavalieri che combattevano per il salvamento della fede di Cristo e della Chiesa di Roma?
Fu solo per questioni economiche che Filippo il bello, unitamente al Papato, mise la parola fine all’Ordine dei Poveri cavalieri di Cristo? O fu forse anche per il legame e i segreti che univano Templari e Catari? E di quali segreti erano a conoscenza entrambi? E il segreto da conservare e mai divulgare ma che avrebbe reso invincibile ed egemone la Chiesa cattolica apostolica romana risiedeva proprio nel Lapis Exillis?
Ovviamente siamo sempre nel campo delle ipotesi, della fantastoria, della leggenda anche se, come abbiamo già detto in precedenza, un fondo di verità esiste sempre. Del resto anche nel mondo della menzogna un fondo di verità, proprio per far si che la storia risulti veritiera e non facilmente scopribile, c’è sempre.
Tra storia, leggenda, astrologia e scienza
Secondo Albert Pike, il più importante massone del XIX secolo “Chi acquisisce la scienza perduta potrà controllare il mondo”. Una ricerca spasmodica che va avanti fin dai tempi degli egizi e che, sembra, prosegua nel Terzo millennio. E’ il cammino dell’uomo e della civiltà che cerca disperatamente qualcosa di ancestrale perduto e sepolto nei meandri della memoria.
Ma cosa lega gli antichi egizi ai Catari, ai Templari, ai massoni alla nazionalsocialista Ahnenerbe e magari alla Cia e al Mossad?
La prima cosa potrebbe essere la religione. Possibile? Almeno all’apparenza sì. E cosa potrebbe unire dei cristiani ai culti pagani egizi? Il culto di Iside. Nel IV secolo avanti Cristo, dopo la conquista dell’Egitto da parte di Alessandro Magno, il culto di Iside si espanse in tutto il mondo greco-romano. Quattro secoli dopo il culto misterico era in stretta concorrenza con il Cristianesimo proprio come il culto Mitraico. Secondo molti, dopo l’offensiva dei Padri della Chiesa cristiana il culto di Iside non fece altro che trasformarsi nei culti mariani (Iside è spesso raffigurata che allatta Horus e secondo i suoi fedeli non era altro che l’originaria “ Madonna”).
Probabilmente siamo di fronte soltanto a fantasie o teorie complottiste ma esiste sicuramente qualcosa che va al di là della religione dell’esoterismo. Forse, con più probabilità, la ricerca spasmodica ed il controllo della scienza perduta degli uomini che costruirono le Piramidi risiede in una sola cosa: il controllo della Forza Vril.
E cosa sarebbe questa Forza Vril? Di fatto l’unione tra due tipi di energie invisibili: l’energia astrale e l’energia terrena (tellurica). Una forza legata a doppio filo, e quindi inscindibili, derivanti dal cielo e dalla terra. Queste due “forze”, come si può intuire, provengono rispettivamente da terra e cielo e qui entrano in gioco gli antichi Egizi.