La Forza Vril, il Lapis Exillis, il nazismo esoterico e la linea millenaria che abbraccia l’umanità
Come abbiamo detto la Forza Vril non è altro che l’incontro tra l’energia astrale derivante dall’elevazione eliaca di Sirio, una stella grande quasi come il Sole. Questa elevazione sprigionerebbe l’energia astrale.
Ma che cosa è quest’Elevazione eliaca?
L’elevazione si ha quando Sirio, in primavera, si abbassa sotto l’orizzonte e sparisce dalla nostra vista per 70 giorni. Passato questo periodo si ha l’elevazione eliaca, cioè il risorgere di Sirio. Secondo i sacerdoti egizi alla sua levata, il Lapis Exillis, che funzionerebbe da catalizzatore perché contenente frammenti di minerali che assorbono e rilasciano una gran quantità di energia, avrebbe assorbito tutta l’energia astrale prodotta da Sirio.
All’energia astrale si deve aggiunge l’energia tellurica che deriva dai sistemi d’acqua primari che esistono nella terra sotto forma di minerali idratati. E’ considerato un fenomeno geofisico che emette radiazioni che può essere accresciuto da variazioni nel campo magnetico. L’unione di queste due forze darebbe vita alla forza Vril che, secondo alcuni studiosi, permetterebbe il viaggio nel tempo.
Siamo di fronte, quindi, ad una linea continua che attraversa la storia e lega civiltà, culture e religioni all’apparenza distinte e distanti tra loro ma che, probabilmente, hanno in comune molto più di quello che possiamo immaginare con la nostra mente fatta a compartimenti stagni.
Una linea che ha come principio immutabile l’antico Egitto che ha nelle Piramidi il fulcro della teoria astrale come “piste” per le due energie passando per il popolo ebraico, l’Arca dell’Alleanza, il tempio di Salomone, la comunità degli Esseni, i rotoli del Mar Morto, Gesù, il Cristianesimo i Templari e il lavoro effettuato per 9 anni sotto le rovine del Tempio di Gerusalemme,l’Islam, i Catari e la loro eresia, i Cavalieri di Cristo (templari fuggiti in Portogallo) la Scozia dei Saint Claire e della chiesa di Rosslyn (templari fuggiti dalla Francia di Filippo Il Bello con la flotta ancorata a La Rochelle), i viaggi in Islanda, e poi in Nuova Scozia e sull’isola di Oak (arrivo in America), i Rosacroce e la Massoneria, l’Ahnenerbe e l’Intelligence. Un viaggio lungo 3.000 anni ed ancora in alto mare, sempre ammesso che non si tratti di mera utopia.
Di certo c’è soltanto il fatto che questa Forza Vril, qualora fosse esistita, apparteneva una scienza egizia assai complessa i cui segreti risiedono, probabilmente tra le stelle e nei geroglifici o, addirittura, su iscrizioni ancor più antiche dei geroglifici e mai ritrovate.
L’Islam e il Lapis Exillis
Abu Ali Alhazan, matematico arabo nel X secolo stabilì il nesso tra algebra e geometria, membro della Dar Ul Hikmat, l’Accademia egizia delle scienze fondata nel IX secolo dal Califfato dei Fatimidi, scrisse il Ghayat Al Hakim “Il fine del Saggio” un manoscritto che si basava su antiche scritture egizie andate distrutte o perse secoli prima e conteneva i disegni del Sacro asse di Tebe.
L’Asse Sacro di Tebe e l’Axe Historique di Parigi
Nell’antica Tebe esisteva un asse che rappresentava il centro della scienza egizia senza il quale non era possibile convogliare l’energia astrale emanata da Sirio alla forza tellurica per dare origine alla Forza Vril. L’asse era costruito su un allineamento compreso tra i 26° nord-ovest in una direzione e 26° sud-est nell’altro. Era orientato verso il Sole eliaco di Sirio, stella della costellazione Canis Minoris, due volte più grande del sole e 20 volte più luminosa di esso e serviva ad unire il tempio di Luxor al tempio di Karnak e a convogliare la forza sprigionata da Sirio.
L’asse di Tebe, sembrerà assurdo ai più, ha un gemello in Europa, nella fattispecie a Parigi. Strano? Assurdo? Fantasioso? Tutto è possibile, ma quel che a noi oggi sembra assurdo e improponibile non lo era per gli antichi e per antichi intendo anche coloro che sono vissuti nei secoli non troppo distanti dal nostro.
E’ strano quindi se questo asse parigino o “Axe Historique” è costruito secondo lo stesso allineamento di Tebe?
L’inizio ufficiale dei lavori dell’Axe ebbe inizio nel 1564 quando Caterina de Medici ordinò la creazione dei Giardini Tuileries e ci sono voluti 400 anni per il suo completamento.
L’Asse ideale parte dal vertice della Piramide del Louvre (l’ex castello reale francese divenuto museo il 10 agosto 1793) voluta dall’allora Presidente Mitterand (noto massone), attraversa i Giardini Tuileries, Place de la Concorde fino a giungere agli Champs Elysees.
Altra particolarità, che evidentemente nasconde al suo interno qualche messaggio esoterico, è il fatto che dirigendosi verso ovest la distanza tra i monumenti presenti sull’asse raddoppia sempre e con esso raddoppiano anche le dimensioni di ognuno dei 3 archi presenti sul percorso che, ancora un caso, termina con le Grand Arché eretto nel 1989.
La Lapis Exillis secondo René Guénon
Nel poema Parzival, di Wolfram Von Eschenbach, si legge che non si tratta di una coppa ma bensì di “una pietra del genere più puro chiamata lapis exillis”.
Il termine lapis exillis è stato interpretato come “Lapis ex coelis”, ovvero caduta dal cielo: e, difatti, Wolfram scrive che la pietra era uno smeraldo caduto dalla fronte di Lucifero e portato a terra dagli angeli rimasti neutrali durante la ribellione.
Quindi una tradizione trasversale come dicevamo in precedenza. Per quanto concerne il simbolismo del Graal, è importante notare che, benché quest’ultimo sia comunemente descritto come un vaso e sia dunque questa la sua forma più conosciuta, esso viene anche talvolta rappresentato in forma di pietra, come nel caso particolare in Wolfram von Eschenbach; d’altronde il Graal può essere nello stesso tempo l’uno e l’altra, poiché si dice che il vaso è stato intagliato in una pietra preziosa che, staccatasi dalla fronte di Lucifero durante la sua caduta, è anch’essa “caduta dai cieli”.
D’altra parte, quanto stiamo per dire sembrerà aumentare ulteriormente la complessità di questo simbolismo, ma può in realtà dare la “chiave” di certe connessioni: come abbiamo già spiegato altrove, se il Graal è un vaso (grasale), è anche un libro (gradale o graduale); e in certe versioni della leggenda si tratta non propriamente di un libro, ma di una iscrizione tracciata sulla coppa da un angelo o da Cristo in persona. Ora, queste iscrizioni, di origine ugualmente “non-umana”, appaiono anche in certe circostanze sul lapis exillis; esso era dunque una “pietra parlante”, cioè, se vogliamo, una “pietra oracolare” poiché, se una pietra può “parlare” emettendo dei suoni, essa può anche farlo per mezzo di caratteri o di figure visibili sulla sua superficie (come lo scudo della tartaruga nella tradizione estremo-orientale).
Ora, da questo punto di vista è anche assai notevole che la tradizione biblica menzioni una “coppa oracolare”, quella di Giuseppe, che potrebbe, almeno sotto questo profilo, essere considerata una delle forme del Graal stesso; e, fatto curioso, è detto che proprio un altro Giuseppe, Giuseppe d’Arimatea, divenne il possessore o il custode del Graal e lo portò dall’Oriente in Bretagna; è incredibile che non si sia mai prestato attenzione, a quanto sembra, a queste “coincidenze” piuttosto significative.
Bisogna tuttavia notare, per quanto concerne il simbolismo “costruttivo”, che la pietra fondamentale di cui si è parlato in ultimo luogo non deve assolutamente essere confusa con la “pietra angolare”, poiché questa è il coronamento dell’edificio, mentre l’altra si situa al centro della sua base. Abbiamo detto che nelle pietre di base dei quattro angoli c’era quasi un riflesso e una partecipazione della vera “pietra angolare” o “pietra del vertice”; qui si può certo parlare ancora di riflesso, ma si tratta di una relazione più diretta rispetto al caso precedente, poiché la “pietra del vertice” e la “pietra fondamentale” in questione sono situate su una stessa verticale, di modo che quest’ultima è quasi la proiezione di quella sul piano della base. Si potrebbe dire che la “pietra fondamentale” sintetizza in sé, pur rimanendo sullo stesso piano, gli aspetti parziali rappresentati dalle pietre dei quattro angoli (questo carattere parziale è espresso dall’obliquità delle linee che le uniscono al vertice dell’edificio).
Abbiamo detto, a proposito della “pietra angolare” che essa rappresenta la “pietra discesa dal cielo”, ed ora abbiamo visto che il lapis exillis è più propriamente la “pietra caduta dal cielo”, il che può del resto esser messo ancora in relazione con la “pietra che i costruttori avevano gettato via”, se si considerano, dal punto di vista cosmico, questi “costruttori” come gli Angeli o i Dêva; ma siccome non ogni “discesa” è necessariamente una “caduta”, è opportuno fare una certa distinzione fra le due espressioni.
In ogni caso, l’idea di “caduta” non potrebbe assolutamente più applicarsi quando la “pietra angolare” occupi la sua posizione definitiva al vertice; si può parlare ancora di “discesa” se si riferisce l’edificio a un insieme più esteso (in corrispondenza al fatto, abbiamo detto, che la pietra può essere posta solo dall’alto), ma, se si considera soltanto l’edificio in sé e il simbolismo delle sue diverse parti, la stessa posizione può esser detta “celeste”, poiché la base e il tetto corrispondono rispettivamente, secondo il loro “modello cosmico”, alla terra e al cielo.
Il Graal è collegato sia a tradizioni ebraiche sia islamiche: è infatti in relazione con una terra chiamata “Sarraz”, impossibile da situare storicamente o geograficamente (non è in Egitto, ma si vede da lontano il Grande Nilo”; il suo Re combatte contro un Tolomeo, mentre la dinastia tolomaica si estinse prima di Cristo), ma situata comunque in Medio Oriente. Da essa, infatti ebbero origine i Saraceni.