Con gli anni e un po' di saggezza si diventa piu' tolleranti e comprensivi,le cose che anni fa vedi in un modo e' possibile che tempo dopo tu le veda in un altro.
7/8 anni fa in aereo di rientro da Cuba mi ritrovo accanto un tipo sui 55 anni con una faccia tristissima,la solita di chi a Cuba lascia parecchio,la solita da cubanite acuta.
Iniziamo a parlare,lavora in banca,separato con 2 figlie,il classico tipo che la vita non se la deve essere goduta molto almeno ad occhio.
Mi racconto' con l'occhio umido della sua vita a Cuba,3/4 viaggi ogni anno di un paio di settimane l'uno,ha una ragazzetta nella provincia di Holguin,in qualche sperduto campo Dio solo dove infilato.
La fanciula e' molto povera,vive in una stanza con la madre e il maiale,lui racconta con trasporto della semplicita' di quella gente,sono un buon ascoltatore e lui aveva bisogno di parlare per vincere il magone del rientro.
Raccontava del fatto di dare una mano,di come la vita per quella famiglia fosse dura,del fatto che avesse comprato 2 biciclette e delle lunghe passeggiate fatte appunto in bici con la fanciulla.
Parlava della impagabile serenita' di quei momenti,del contrasto con la vita italiana e i suoi ritmi,mi parlo' anche di qualche progetto futuro.
All'epoca mi sembro' un fessacchiotto messo in mezzo,come e' accaduto a molti,oggi mi piace pensare che le cose gli siano andate bene,che quella camera sia diventata una casa con un aia dove grufolano tanti maiali e che la ragazzina sia diventata donna e sia sempre al suo fianco.
Ognuno di noi ha la sua Cuba e questo e' lo splendido di quel luogo,basta capire bene cosa si cerca e sapere come cercarlo.