La ricerca di Dio

Creato il 25 maggio 2013 da Dino Licci

        Dino Licci: "Il  padre" acrilico su tela 50x150Perchè si vive?Già, perché si vive? Dove tende tutto questo brulicare di vita? Se tutto finisce con l’ultimo respiro, perché ho coscienza di me, perché so di dover morire? Da dove veniamo, dove andiamo? che c’è fuori di noi e che c’è dentro di noi? che c’è oltre noi? Finiremo con l’ultimo respiro regalando le nostre ultime energie ai fuochi fatui che saliranno lievemente al cielo o sarà la nostra anima a salire, magari per reincarnarsi in un altro corpo o per pagare nell’inferno il fio dei peccati del corpo che l’ha ospitata? Dove risiede l’anima? ma esiste l’anima? O è la nostra fantasia che ne produce l’illusione?
L’uomo del XXI secolo racchiude in sé tutto gli studi dei grandi che lo hanno preceduto ma ancora annaspa nella ricerca di una risposta esaustiva. Quando la mia mente incappa in questi argomenti, di solito ascolto un po’ di musica per rilassare la mia mente e sto ascoltando Bach ora, uno dei suoi concerti brandeburghesi, il terzo, che si presta egregiamente allo scopo:
 Come in una pacata ma animata discussione tra amici in cui ognuno vuole dire la sua, così in questo concerto animato solo dal suono di archi leggeri (viole e violini) c’è una gara, una educatissima ma estenuante rincorsa degli uni sugli altri . I violini vogliono dire la loro col loro suono limpido ed acuto e subito le viole riprendono lo stesso motivo con un suono più basso, più dolce e leggiadro ed ancora i primi ricominciano la corsa e così via in un crescendo infinito a deliziare le nostre menti immerse in un mare di suoni, in una cascata di emozioni che sanciscono il trionfo del barocco, della musica italiana, laddove Vivaldi segnò indelebilmente la mente del grande compositore tedesco. .
Niente meglio di questa musica sublime rappresenta la corsa alla verità, con gli interlocutori tutti pronti ad esporre le proprie tesi, le proprie teorie! Il manicheismo che è in noi, nelle nostre religioni, nella nostra cultura, potrebbe essere attenuato, certo, dalla studio attento delle religioni degli altri. Così, dai padri della Chiesa fino a Kant, Spinoza, Croce, potremmo cercare di travalicare i confini d’occidente, arrampicarci nel “Cielo Anteriore e posteriore, "lo Yin Yang" orientale e scoprire che i concetti di tesi, antitesi, sintesi del nostro Hegel, son già espressi nel Daodejing (Laozi) orientale ,
la negazione del manicheismo, la dimostrazione della doppia verità, lo Yin Yang, il versante ombreggiato e soleggiato della stessa collina, due realtà che si fondono insieme e non possono esistere l’una senza l’altra. 
Potremmo scoprire la meditazione dello Zen nel giardino del tempio di Ryoan-ji a Kyoto e la ricerca del nirvana dettata dal Buddha, Siddhartha Gothama. Poi viaggiare nello Jainismo e nello Scintoismo, nel Taoismo, nell’Animismo, nella fede dei Mormoni o dei Sich! Sforzarci di comprendere Confucio ed i fini esistenziali della crudele Kalì. Ed anora ammirare le immagini della Trimurti, Brahama, Siva, Visnù simboli della creazione, conservazione e riassorbimento dell’Universo. E dopo questo viaggio, tornare indietro, nel mondo della fisica e della tecnologia, purificati di grossi condizionamenti che l’educazione infantile, nostro malgrado, ci ha imposto. Potremmo cercare di entrare per un attimo nella mentalità degli altri, dei lontani, nel loro “creazionismo”, nelle loro verità e compararle con le nostre.
Guardiamo Ganesh, il simpatico dio dalla testa di elefante che compare nelle religioni induiste. Già sembra strano a noi occidentali che si possa adorare una tale mostruosità ed ancora più strana ci apparirà la storia del motivo di questa testa riattaccata per sbaglio da un dio distratto al figlio decapitato ingiustamente. Ma è solo un esempio ! ce ne sono tanti nelle tante rispettabilissime religioni degli altri. E se a noi appare assurda questa storia, pensiamo a quanto assurda possa apparire agli altri, agli orientali la storia di una madonna che ha partorì, vergine, una figlio che è stato concepito da suo padre che è, contemporaneamente se stesso e lo spirito santo ed in più si ritrova un altro padre santo e falegname! .
Eppure quando chiamano il nostro Cristo “cadaverino” anche il più ateo di noi traduce la frase in un’inammissibile bestemmia, come un sovvertimento dei propri valori più intimi. Ed anch’io che so che della Madonna non se parla proprio nei vangeli, che so che Ella è stata promossa al rango di madre di Dio solo col concilio di Efeso da un consesso di umani litigiosi ed interessati, anch’io che mi evolvo e razionalmente ne boccio l’esistenza se non come un ricordo storico di un’Artemide cacciatrice che nasceva nelle fantasie dei nomadi asiatici, pure io debbo usare la maiuscola se ne scrivo il nome e sento di doverle usare, ma proprio nel mio intimo, un sacro rispetto quando ne parlo sia pure contestandone l’esistenza. Cos’altro è questo se non l’imprintig, un enorme condizionamento della mia liberta di scelta, quel dualismo bene –male, un manicheismo magistralmente impostomi in età adolescenziale e che non abbandonerà mai più la mia mente? E questo nostro mondo attuale che scivola ancora una volta nell’ irrazionale non sposa forse la tesi di un' assurda dicotomia manicheistica di chi vede Satana nel corpo dei cristiani e parla, in pieno secolo ventunesimo, di scuole d’esorcismo? E gli orientali,che tanto ci sgomentano oggi, non provano queste nostre stessa emozioni, non hanno anche loro un imprinting che li condiziona a vita ?
Io sono un deista, un agnostico che crede nell’esistenza di un Dio che non conosce, che rispetta e cerca d’interpretare attraverso i segni tangibili della sua esistenza che vanno da un battito d’ali  di una farfalla al sorriso di un bambino, dall’infinito vorticoso girare di miliardi di stelle, al silenzio ovattato della notte sublime. E se poi c’è la musica a tenermi compagnia, allora mi sembra di dialogare con Lui ascoltando la sua “voce” come un bambino ascolta una favola bella che lo acquieti e rassereni nel suo misterioso divenire..
http://youtu.be/hZ9qWpa2rIg





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