La riflessologia palmare.

Da Gaobi

In ebraico, la stessa parola iad significa sia “mano” sia “potenza”. Nella tradizione religiosa di questo popolo la mano sinistra di Dio significa giustizia, la destra misericordia. Nel taoismo, sistema filosofico e religioso cinese alla cui base sta il Tao Te Ching, Libro della vita e della virtù, la destra corrisponde all’azione, la sinistra alla non-azione, alla saggezza.Per i buddisti la mano chiusa è simbolo di dissimulazione e di segreto; la mano aperta

del Buddha vuol significare appunto che la sua dottrina non è tenuta segreta. Nella civiltà celtica il simbolismo della mano non è disgiunto da quello del braccio e ad essa si attribuisce un valore magico: la destra è fornita di potere benefico, la sinistra di potere malefico.Immediato è l’uso della mano nella simbologia matematica elementare. Vi ricorsero, con senso estremamente pratico, i Romani: i loro numeri ordinati infatti derivano dall’uso delle dita della mano per indicare i primi tre numeri; il cinque è sinteticamente reso tramite una stilizzazione dell’immagine della mano aperta. La stessa chiromanzia (dal greco khèir, mano e mantèia, divinazione), che possiamo considerare il primo capitolo di questa storia, rientrava nelle pratiche di magia e rispondeva al bisogno di vincere la paura dell’ignoto o più semplicemente di conoscere e di conoscersi. Può essere interessante osservare come, mentre in Occidente la chiromanzia ha subito un declino irrimediabile, in stretta connessione con l’affrancamento della scienza dall’alchimia e con la vittoria del razionalismo, in Cina questa disciplina è ancora oggi assai vicina alla moderna medicina. Anche in India, il medico ayurveda osserva a lungo la mano del paziente prima di arrivare a una diagnosi della sua malattia. In Occidente, invece, lo studio della mano a fini clinici è assai più recente. Fu un medico tedesco, Johannes Hartlieb, a pubblicare nel 1448 il “Libro della mano”, segnando così una linea di congiunzione tra la chiromanzia e la chirologia, cioè studio della mano come scienza d’osservazione. I confini, in effetti, non sono ancora netti e l’atteggiamento dei dotti in materia è tutt’altro che unanime. Da un lato la scienza sta assumendo un volto nuovo e rivoluzionario con Leonardo da Vinci (1452-1519) e Galileo Galilei (1564-1642), dall’altra Paracelso (1493-1541), Nostradamus (1503-1566) e Giambattista Della Porta (1535-1615) si ostinano a cercare di leggere il destino dell’uomo nelle linee delle mani e la chiromanzia continua ancora ad essere, per quasi due secoli, una disciplina accademica (nel 1780 la si insegna ancora all’Università di Jena). Erede in un certo senso di Leonardo, l’italiano Marcelo Malphighi (1627-1694) proseguì nell’esplorazione anatomica e morfologica della mano e, grazie all’uso di nuovi strumenti d’osservazione come dei rudimentali microscopi. Ma, al di fuori del tracciato ufficiale, la storia dello studio della mano è ricca di altri interessanti capitoli. Alcuni studiosi isolati, pur facendo propria l’esigenza di rigore e di metodo che caratterizza dopo l’Illuminismo l’immagine della scienza, non hanno però rinunciato a cercare nella mano segni, indicazioni, suggerimenti relativi all’individuo che ne è portatore.

in parte tratto da : Tratto da “Massaggio zonale della mano” di Clara Bianca Erede


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