La riforma federale va rilanciata

Creato il 02 febbraio 2013 da Gadilu

Le dichiarazioni sui privilegi delle autonomie, fornite dal segretario del Pd Pier Luigi Bersani, hanno immediatamente sollevato altissime onde polemiche. Parlando da Padova, e captando così il fastidio con il quale spesso si guarda alle autonomie locali confinanti, il leader e candidato premier del centrosinistra aveva fornito un punto di vista giudicato non congruo da chi ritiene l’autonomia come qualcosa di “indiscutibile”, da approfondire solo in un senso e secondo la logica del prendere senza mai dare. Insomma, il classico fenomeno di reazione a catena al quale dovremmo essere abituati, anche se non ancora sufficientemente interiorizzato per generare definitiva assuefazione. Questo però non è necessariamente un male, dato che, dopo l’avvertimento del colpo, adesso dovranno seguire progressive scosse d’assestamento, utili a ricomporre il dissidio in una normale dialettica tra partner.

L’ostilità nei confronti di autonomie ritenute meccanismi creati al fine di garantire ingiustificati privilegi è una costante con una lunga storia alle spalle. Tutti ricordiamo le stoccate rivolte dall’ex governatore Giancarlo Galan all’indirizzo della nostra regione. “L’autonomia del Trentino Alto Adige – dichiarò per esempio in un’intervista al quotidiano Il Giornale nel novembre del 2005 – fu concessa grazie a un voto di scambio: non andate con l’Austria, cessate gli attentati dinamitardi, restate in Italia e vi ricopriremo di soldi”. Com’è evidente, si tratta di un’analisi rozza e scomposta, ma al pari di altre frasi buttate lì sull’onda di un approccio emotivo e rancoroso fa anche affiorare un sentimento condiviso e difficile da smontare, almeno finché non riusciremo a sciogliere completamente il nodo che identifica il concetto stesso di autonomia con quello di privilegio.

Mutare questa percezione, dimostrare che il vero punto di svolta consiste nel concepire l’autonomia essenzialmente come responsabilità, è sicuramente diventato più complesso alla luce della mediocre politica federalistica impostata negli anni passati proprio da quelle forze di solito pronte ad alimentare invidie e critiche nei confronti delle autonomie già sussistenti. Certo, per chi si è trovato a pagare maggiori imposte e a ricevere sempre minori servizi non deve essere facile accettare che altrove, poco distante, la situazione appaia migliore. Ma la colpa non è da ravvedere nelle eccezioni virtuose, bensì – come ha sottolineato l’ex governatore del Trentino Lorenzo Dellai – va attribuita in primo luogo al pressappochismo e all’incompetenza di coloro i quali si sono a lungo proclamati rottamatori del centralismo senza mai gettare le basi di una seria riforma.

Dovrebbe essere interesse comune rimettere mano alla riforma federale affrontando con sistematicità i molti problemi che essa propone. Speriamo che nella prossima legislatura si cominci a recuperare un po’ il tempo perduto.

Corriere dell’Alto Adige, 31. 1. 2013


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