Che ti piaccia o no, buona parte della letteratura deve rispondere a precisi criteri. Nella Grande Distribuzione Organizzata c’è spazio per i grandi marchi, che infatti sugli scaffali occupano le posizioni più ambite. Fanno promozioni e offerte speciali a tamburo battente.
Negli spazi meno ambiti, troviamo quello che non vende, o meglio che vende poco. Ma di solito non è detto che la sua qualità sia inferiore, anzi.
A cambiare un poco le cose da anni sono arrivati gli hard discount che offrono prodotti non di marca, a prezzi bassi. I grandi nomi sono (o erano?) praticamente esclusi.
Coi libri, funziona più o meno così.
Sugli scaffali degli ipermercati, e delle librerie, ci sono i grandi nomi. Occupano le posizioni più ambite perché devono vendere, e le persone comprano quello di cui si parla e che ottiene la migliore posizione.
È raro che qualcosa di poco appetibile occupi uno spazio in bella vista. E che ci rimanga, soprattutto.
Internet è l’hard discount di una parte della letteratura?
Sarebbe un errore definirla in questa maniera, se non altro perché l’hard discount ha una struttura finita, Internet non ha confini. Dentro, ci trovi di tutto, e il bello è che mentre scrivo queste righe, e tu adesso le leggi, nuovi contenuti sono pubblicati. Lo so, il 90% è ciarpame. Come in buona parte delle cose della vita.
Ormai tutto viene pubblicato. È un’invasione.
È un problema, ma solo se sei parte di quel 90% di cui sopra. Chi decide cosa merita di stare alla luce del sole, non è più solo, né chiuso in un ufficio a spulciare grafici e fogli di calcolo. In questa opera di scoperta di talenti, si sono affiancati una marea di nuovi strumenti, meglio, di soggetti, che possiamo definire:
persone.