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La Riserva – editoriale di critica sportiva: Roma – Napoli, uno spettacolo “rivoluzionario”

Creato il 08 ottobre 2013 da Luciomormile @parla_di_calcio
La Riserva – editoriale di critica sportiva: Roma – Napoli, uno spettacolo “rivoluzionario”

La Riserva – editoriale di critica sportiva: Roma – Napoli, uno spettacolo “rivoluzionario”

Una pausa per le Nazionali, poi via. Risolti i problemi logistici sulla data e l’orario in cui giocare, all’Olimpico andrà in scena Roma – Napoli. Il “derby del sole” è da sempre una delle classiche del nostro campionato, una partita in cui si affrontano le due squadre più blasonate del centro-sud e che negli anni ha regalato grandissime emozioni. Dai primi anni della massima divisione (la prima sfida si concluse con uno scoppiettante 2-2, il 10 novembre del 1929), fino ad arrivare alle recenti sfide per accaparrarsi un posto in Europa, Roma – Napoli ha spesso fatto da scenario a sfide tra i giocatori più forti di sempre. L’apice si visse negli anni ’80, quando i giallorossi di Falcao, Bruno Conti e Pruzzo sfidavano il Napoli sudamericano di Maradona. Oggi, ovviamente, è un’altra storia, ma entrambe le squadre hanno molto da raccontare su come arrivano a questa sfida di vertice.

La parola in comune alle due compagini è rivoluzione. Una rivoluzione che significa cambiamento totale in casa Roma. Due anni di sofferenza, due anni in cui l’ottimo lavoro fatto sul mercato da Baldini e Sabatini è stato fiaccato clamorosamente dalle errate scelte di panchina. Talenti come Marquinhos, Lamela, Osvaldo, ora andati via, ma anche Castan e Bradley, oltre al romanissimo Florenzi e la vecchia guardia composta da Totti, De Rossi e Taddei, nel biennio precedente non hanno trovato la giusta quadratura, per usare un eufemismo, nelle idee di Luis Enrique prima e di Zeman poi. Il fondo si è toccato a maggio scorso, con la squadra affidata ad Andreazzoli e la delusione per il settimo posto finale e la sconfitta nel derby con la Lazio in finale di Coppa Italia.

Rivoluzione per ripartire da zero, quindi, a partire dall’apparato societario, che nel frattempo si è privato di Franco Baldini, con Walter Sabatini che ha assunto pieni poteri su tutti gli aspetti tecnici ed economici. Il dirigente perugino ha fatto di necessità virtù sul mercato, realizzando preziose plusvalenze derivanti da cessioni eccellenti, che gli hanno consentito di puntare dritto su una nuova ossatura di squadra composta da De Sanctis, Benatia, Strootman, un Pjanic e un De Rossi decisamente ritrovati, un Totti che ringiovanisce ogni anno che passa e soprattutto Gervinho. L’ivoriano ex Arsenal ha stupito tutti per il suo immediato adattamento al calcio italiano, a suon di gol e sgroppate fulminanti in contropiede. In generale, questa Roma fa del gioco in velocità e dell’aggressività a tutto campo il suo credo irrinunciabile. Il tutto agli ordini di un nuovo profeta del calcio, il francese Rudi Garcia, che dopo sette partite a punteggio pieno e 20 gol fatti contro uno solo subito sta meritando il rispetto di tutti, non solo tifosi.

La rivoluzione azzurra, diversamente, assume toni più pacati. Il presidente De Laurentiis non aveva certo problemi economici, visto il secondo posto ottenuto nel campionato scorso e la seconda qualificazione in tre anni ai gironi di Champions. Eppure i cardini di quel progetto, conclusosi di fatto l’estate scorsa, Mazzarri e Cavani, hanno preferito prendere strade diverse. Ecco allora Benitez, che tanto per restare in tema a Liverpool fu artefice di un cambiamento passato alla storia come “Rafalution”. E in effetti in pochi mesi, il tecnico spagnolo a Napoli sta cambiando tante cose, in campo ma soprattutto nella testa degli addetti ai lavori. Via i titolarissimi, il calcio a ritmi altissimi, la difesa e le ripartenze. Spazio ad una manovra ragionata, un possesso palla ossessivo, ai limiti del soporifero, ma più di tutto possibilità per tutti di essere parte del progetto. Le opportunità concesse ai giovani Radosevic e Bariti, in questo senso, fanno capire quanto sia riduttivo parlare di turnover, valutando piuttosto come rotazione scientifica degli uomini a disposizione ciò che Benitez pone in atto.

Due punti in meno della Roma, una vittoria contro il Sassuolo accarezzata ma non acciuffata, ecco cosa divide il Napoli dalla Roma. Poi c’è la Juve a pari merito, dopodichè il vuoto. A parte i campioni d’Italia in carica, nessuno per il momento sembra essere in grado di competere con i giallorossi e gli azzurri. Troppo lontano è il Milan per destare timore, mentre Fiorentina, Lazio e Inter, anche se ben costruite, non sembrano essere in possesso di quella sostanza che rende consapevoli di poter lottare fino alla fine per i quartieri di vetta. Allora eccola qua la sfida, la prima reale sfida scudetto di quest’anno. Roma – Napoli, il derby del sole rivoluzionario.  

Paolo Esposito  


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