La risposta del prof ferrarese su ‘Veins & Lymphatics. Associazione pazienti: Lancet tradisce correttezza scientifica

Creato il 07 gennaio 2015 da Yellowflate @yellowflate
ASSOCIAZIONE CCSVI NELLA SCLEROSI MULTIPLA ONLUS http://ccsvi-sm.org/node/2124 Agli Organi di Stampa La risposta del prof ferrarese su 'Veins & Lymphatics. Associazione pazienti: Lancet tradisce correttezza scientifica

The Lancet, questa volta "ha tradito se stessa", ha avuto una "cattiva condotta scientifica": con il rischio che "suonino a morto le campane per la fiducia della gente" nella scienza. A scrivere questo e molto altro, chiedendo spiegazioni alla prestigiosa rivista scientifica britannica, e insistendo affinché dia risposte in nome di un dibattito scientifico trasparente, sono i malati di sclerosi multipla (SM) e insufficienza venosa cronica cerebrospinale (CCSVI) in una raffica di commenti delusi sui propri blog e sul sito della rivista dopo che, "inspiegabilmente", questa ha rifiutato la replica di Paolo Zamboni (Università di Ferrara) a uno studio pubblicato sulle sue pagine oltre un anno fa, le cui conclusioni negano la sua teoria sulla CCSVI nella sclerosi multipla, e in cui il ricercatore veniva più volte chiamato personalmente in causa. Di conseguenza, Zamboni ha pubblicato la sua risposta su 'Veins & Lymphatics".

Questi i fatti: Lancet pubblica, on line nell'ottobre 2013 e su carta nel gennaio 2014, un articolo del neurologo canadese Antony Traboulsee et al. (Università della Columbia britannica, Vancouver), dal titolo "Prevalenza dei restringimenti venosi extracranici alla flebografia con catetere su persone con sclerosi multipla, sui loro fratelli e sui controlli sani non imparentati: uno studio in cieco caso-controllo". "Questi autori - scrive Zamboni - hanno confermato la presenza della CCSVI con una elevata prevalenza di circa il 70% della popolazione canadese, ma senza differenze significative tra pazienti e controlli sani".

Ma c'è un perché per questi risultati, scrivono i malati. Per valutare le stenosi esiste un metodo accettato internazionalmente, secondo il quale la stenosi viene misurata confrontando il segmento ristretto alla sezione normale adiacente della vena o della arteria, e si esprime tutto ciò in percentuale. Tutti i ricercatori vascolari nel mondo utilizzano questo metodo, pubblicato nei libri di testo vascolari. Questo è il metodo secondo cui il prof Zamboni ha quantificato le vene giugulari stenotiche nella CCSVI. Ma lo studio canadese non ha fatto questo, sottolineano nei loro commenti. Invece, ha creato una nuova misurazione per quantificare le stenosi, mai vista negli studi vascolari pubblicati, utilizzando l'intera lunghezza della vena giugulare. " Questo è un limite metodologico che non permette di separare i soggetti sani dai pazienti con sclerosi multipla" spiega Zamboni. "Inoltre, come risultato della misurazione di Traboulsee e altri, la parete della stenosi è una parte trascurata di ostruzione venosa primaria perchè nella maggior parte dei casi di ostruzione questa è la conseguenza di ostacoli intraluminari , come parte considerevole delle malformazioni venose trunculari (presenti nel feto già tra il terzo e quinto mese di gravidanza, ndr) e/o compressioni, raramente da ipoplasia esterna".

Ma quando Zamboni ha replicato a questo studio, tirando fuori questa anomalia metodologica - denunciano i malati - Lancet ha rifiutato di pubblicare la sua risposta.

" Sono ancora sorpreso da questa decisione editoriale" ha commentato Zamboni, "sia perché non mi consente di rispondere all'articolo, nonostante venga citato personalmente, sia perché le carte di Traboulsee presentano varie inaccuratezze scientifiche che necessitano di un chiarimento a beneficio della comunità scientifica. L'editore ha semplicemente dichiarato di aver chiesto all'autore di rispondermi direttamente. Undici mesi dopo non ho ricevuto alcuna risposta, mentre sotto l'articolo di Lancet sono stati pubblicati due commenti mirati a chiudere definitivamente il sipario sull'ipotesi dell' insufficienza venosa cerebrospinale cronica, nonostante 13 studi su 19 e tre meta-analisi concordino nel confermare i miei dati". E quindi, il ricercatore ferrarese si è visto costretto a pubblicare su 'Veins & Lymphatics" la sua risposta dal titolo 'Come valutare oggettivamente l'ostruzione venosa primaria nelle giugulari'.

" Il primo passo del metodo scientifico è la replica dei risultati", sottolinea l'americana Joan Beal nella sua replica a Lancet. "Quando uno scienziato fa una nuova scoperta, agli altri scienziati si chiede di guardare alle evidenze. Per fare questo, deve essere seguito il protocollo scientifico originale...quando ciò non succede, il metodo scientifico non funziona. Frode e inganno sono il risultato. Questa viene chiamata cattiva condotta scientifica".

"Infine" suggerisce Zamboni su Veins & Lymphatics, " diversi metodi recentemente pubblicati possono essere adottati per la valutazione obiettiva del flusso giugulare ridotto in corso di insufficienza venosa cronica cerebrospinale, per mezzo dell'imaging di risonanza magnetica non invasiva, ecografia e pletismografia. Questo ci puo aiutare a miglioarare la valutazione del ritorno venoso cerebrale nel prossimo futuro".

Ma i ricercatori canadesi, sottolineano i malati di SM e CCSVI, si sono rifiutati di parlare con il designer del protocollo, non hanno voluto confrontarsi con lui. Una cosa gravissima. Anche l'Associazione CCSVI nella SM, fatta di malati e familiari di malati, si unisce al coro di proteste e richiama la comunita` scientifica e le riviste sulle quali questa si esprime a un confronto limpido e senza censure, nel quale gli scienziati collaborino tra loro, dialogando senza pregiudizio alcuno, discutendo apertamente, e garantendo il sacrosanto spazio alla replica, per elementare correttezza verso i ricercatori coinvolti e il loro diritto alla critica delle metodiche adottate e delle conclusioni di qualsivoglia studio pubblicato. Pena la perdita di credibilità anche della più prestigiosa delle riviste scientifiche internazionali.

Bologna/Roma, 7 Gennaio 2015

Ufficio Stampa CCSVI nella SM Onlus


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