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La rivincita dopo la vergogna: la Regione Campania vince il premio prevenzione dei rifiuti 2015

Creato il 03 marzo 2015 da Vesuviolive

Latina - Discarica Indeco presso Borgo Montello

Dopo anni di messa al bando e di stigmatizzazione a volte anche gratuite, in tema di rifiuti, oggi, 3 marzo 2015, è il giorno della rivalsa per la Regione Campania che, in quanto migliore Regione d’Italia per piano riduzione quantitativi, si è aggiudicata il premio Prevenzione Rifiuti 2015, promosso da Federambiente e Legambiente e patrocinato dal Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio.

Si tratta di un importante quanto significativo riconoscimento che, si spera, possa porre fine all’immagine della Campania quale “terra della monnezza” e che, d’altra parte, dimostri quanto avanguardistiche possano essere state le politiche di gestione dei rifiuti attuate dalla giunta Caldoro. Obiettivo raggiunto di quest’ ultima era ed è tuttora la riduzione a monte dei rifiuti proprio per ridurre il numero di scarti da lavorare e smaltire, cosa effettivamente avvenuta se si considera che dal 2010 a oggi, in Campania, si è registrata una riduzione di 240 mila tonnellate annue di rifiuti, passando dalle 2 milioni 790mila tonnellate complessive del 2010 alle 2 milioni 550mila attuali (dati Ispra e Regione Campania) con una raccolta differenziata che ha raggiunto il 50 percento.

Tale Piano regionale di prevenzione, finora attuato soltanto attraverso le professionalità interne all’Assessorato e la collaborazione dell’Arpac, sarà incrementato con circa 30 milioni di euro da parte della giunta Caldoro, cosa che potrebbe implicare un’ulteriore riduzione di 260mila tonnellate di rifiuti. Risultano, in tal senso, emblematiche dell’entusiasmo diffuso tra le istituzioni politiche campane le parole del presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro: «Abbiamo recuperato anni di ritardo e costruito un sistema normativo moderno, una programmazione all’avanguardia. Sosteniamo i comuni che sono i veri protagonisti. Siamo un modello, dopo la vergogna del passato».

 


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