La rivolta nella città di Kiev: il mistero dei feriti scomparsi

Creato il 01 febbraio 2014 da Alessiamocci

Scontri nella capitale ucraina, i morti e i feriti aumentano di ora in ora e gli ospedali sono colmi di feriti i quali anziché essere curati e rimandati a casa svaniscono nel nulla.

Gli albori della rivolta si sono avuti negli ultimi mesi del 2013 ma ancora adesso questa non è cessata. Nonostante le avversità metereologiche la popolazione ucraina non demorde e continua a voler difendere i propri diritti.

Il presidente ucraino Viktor Yanukovich, la sua svolta filo-russa e l’intenzione di abbandonare la strada verso l’Europa sono stati i fattori scatenanti del malcontento popolare. Il primo gesto importante che ha fatto il giro del mondo è stato l’ abbattimento e decapitazione della statua di Lenin che dominava, con i suoi tre metri e mezzo di altezza, il centro della capitale ucraina.

Il popolo chiede nuove elezioni anticipate e la dimissioni dell’attuale presidente ma pare che il governo attuale abbia difficoltà a trovare un dialogo con gli attivisti. Il 28 gennaio si è raggiunto un primo risultato con le dimissioni del premier Mikola Azarov e del governo interno e con l’abrogazione delle leggi anti-proteste che avevano provocato reazioni ancora più violente da parte dei protestanti.

Fortunatamente il numero dei morti è limitato ma i feriti sono migliaia: parte di essi sono stati ricoverati negli ospedali della capitale, altri nelle tende adibite ad ospedale sistemate nella piazza centrale. Ma ciò che riveste un mistero è l’improvvisa sparizione dei feriti dagli ospedali.

I parenti dei ricoverati non hanno trovato i propri cari e il personale ospedaliero non è stato in grado di fornire una risposta sulla sorte degli scomparsi. Sono forse scappati dall’ospedale o vi è qualcos’altro dietro questa triste vicenda?

Pare che dietro vi sia il governo ucraino e le sue leggi improvvisate ad hoc. Vi sarebbe infatti una direttiva del ministero dell’Interno secondo la quale le forze dell’ordine sarebbero autorizzate ad arrestare i feriti negli ospedali in quanto coinvolti nelle proteste.

Secondo le testimonianze di un sacerdote operante in uno degli ospedali i feriti verrebbero presi dagli ospedali e trasportati chissà dove. Si parla poi di torture e di uomini lasciati morire al freddo.

Forse si è ritornati al clima di terrore vigente ai tempi dell’Unione Sovietica? Questa è l’esatta impressione tra gli abitanti di Kiev. I morti fanno certamente paura ma averli davanti fornisce una maggiore “sicurezza” rispetto al non conoscere la sorte dei desaparecidos ucraini.

Le sparizioni difficilmente riceveranno delle spiegazioni così come le tensioni non si placheranno facilmente, ma i tanto temuti Lenin e Stalin sono ormai lontani e la popolazione ucraina non mancherà di farsi valere fino a quando la situazione non volgerà a proprio favore.

Written by Rebecca Mais


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