La rivoluzione democratica (?) in Egitto

Creato il 15 febbraio 2011 da Beatotrader


In merito alla Rivoluzione Democratica (?) in Egitto....
ci siamo goduti la solita versione "hollywoodiana" fornita da Obama ed a ruota da tutti gli altri della compagnia...
Roba da tirar fuori il fazzoletto e da mettersi a piangere a suon di "elevati ideali"...come quando vedi Amistad di Spielberg oppure La vita è meravigliosa di Frank Capra...
La realtà purtroppo è assai meno idealizzata ed è molto più complessa.
Accadrà mai che Obama, Bush & affini un giorno ci possano dire pubblicamente almeno un po' di verità?
O saremo sempre costretti a sorbirci 'ste "sceneggiature hollywoodiane", utili a dissimulare strategie assai più "sporche" di realpolitik?
La risposta è semplicemente NO!
Non accadrà mai.
Almeno un po' di sincerità (appositamente non ho usato il termine "verità") la potrete sempre e solo trovare nei Blogs che fanno informazione indipendente, e qualche volta altrove.
In queste "zone franche" potrete "rispecchiarvi" anche voi, non sentirvi dei pazzi solitari, degli alienati "scollegati" dal matrix....
e provare la sensazione che NON state vivendo uno di quei film americani in cui nessuno vi crede quando raccontate che ci sono gli zombies nel sotterraneo della biblioteca...
Poi alla fine è vero...avevate ragione voi....e la verità diventa talmente evidente che non è più possibile nasconderla e tutti la scoprono spontaneamente...
Così io vedo "lo specchio" di un Blog Indipendente...;-)

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E' superfluo commentare il seguente lancio di agenzia della Reuters: la realtà delle cose è auto-evidente.
Chiunque potrà valutare come la realtà della Rivoluzione Democratica (?) Egiziana sia assai meno Hollywoodiana della versione ufficiale.
Tra parentesi Vi ricordo che anche Hosni Mubarak era un ex-Generale dell'esercito, un militare dunque.
Egitto, esercito lancia ultimatum a contestatori
IL CAIRO, 14 febbraio (Reuters) -

L'esercito egiziano ha lanciato un ultimatum oggi alle decine di dimostranti riuniti a piazza Tahrir
, epicentro del movimento che ha portato il presidente Hosni Mubarak alle dimissioni, intimando loro di abbandonare la piazza e di tornare alla vita normale, pena l'arresto.
I soldati sono venuti a contatto ieri con i contestatori, mentre l'esercito cercava di riaprire al traffico le strade che portano alla piazza nel centro del Cairo.
Alcuni dimostranti sono rimasti nella piazza, per ribadire le loro richieste di un sistema libero e democratico.

I leader dell'opposizione hanno detto che gli egiziani scenderanno nuovamente in piazza se le loro richieste non dovessero essere accolte.
In programma per venerdì c'è un'imponente "marcia della vittoria", per festeggiare la rivoluzione,
e forse per ricordare ai militari la forza delle manifestazioni lungo le strade.
I generali, infatti, stanno consolidando il loro controllo del Paese dopo la cacciata del presidente Hosni Mubarak, preparandosi oggi anche a vietare scioperi e ad ammonire che agiranno contro "il caos e il disordine".
Lavoratori insoddisfatti stanno già facendo pressione per avere migliori contratti.

Ci saranno elezioni libere e regolari in base a una costituzione rivista, ha annunciato l'esercito, senza indicare scadenze
e dicendo che resterà al potere "per un periodo limitato di sei mesi o sino alla fine delle elezioni per la Camera alta e bassa del Parlamento e le elezioni presidenziali".
Non è stato neppure precisato quale contributo o partecipazione di civili ci sarà nella fase di revisione delle leggi nel periodo di transizione.
La rivoluzione democratica (?) in Egitto
di Andrea Gilli A pochi giorni dalla fuga di Mubarak da Il Cairo, vale la pena analizzare alcune stranezze di questa prima rivoluzione democratica in salsa araba.
Dopo giorni di manifestazioni di piazza, scioperi, violenze per le strade, Mubarak ha ceduto. Qualcosa, però, non torna.

In primo luogo, siamo di fronte alla prima rivoluzione democratica che porta al potere i militari.

Questa è la prima stranezza.
I militari hanno subito detto di voler favorire la transizione. Intanto, però, le Camere sono state sciolte e la costituzione sospesa.
E’ possibile che le misure siano temporanee.
Dalla scienza politica sappiamo però che l’unica soluzione all’assolutismo è la competizione tra poteri.
In questo momento, tutto il potere è in mano all’esercito.
Non si capisce, dunque, per quale ragione questo dovrebbe o potrebbe lasciarlo in un futuro più o meno remoto.

Si potrebbe obiettare che le rivolte di piazza potrebbero ritornare.
Qui viene il secondo problema.
L’esercito ha giocato di sponda con le proteste per far cadere Mubarak.

L’esercito, detenendo la forza militare, ha chiaramente svolto il ruolo di dominus.

Dal suo orientamente dipendeva il futuro del regime.

E un domani?
Un domani, se l’esercito non procederà alle riforme promesse, non ci sarà più Mubarak: ci saranno solo le proteste e l’esercito medesimo.
Risulta difficile pensare che in quel frangente questo possa schierarsi con i manifestanti.
Qui arriviamo all’ultimo punto: è necessario che tutto cambi perché tutto resti.
Penso di sì.

La mia è speculazione, però non faccio fatica a vedere il seguente come possibile retroscena.

Gli Stati Uniti si sono preoccupati per le manifestazioni di piazza.

Il timore era di una salita al potere dei Fratelli Musulmani.

Il loro “uomo” in Egitto è l’esercito.
Hanno dialogato per far cadere Mubarak così che i manifestanti vedessero le loro richieste esaudite e, allo stesso tempo, il potere politico fosse preservato.
In sostanza, questa è la prima rivoluzione democratica che anziché indebolire l’influenza americana pare rafforzarla.

Forse vale la pena chiedersi non solo fino a che punto sia democratica, ma anche quanto sia rivoluzione.

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