La rivoluzione e’ finita. mettetevi l’anima in pace

Creato il 03 marzo 2014 da Conflittiestrategie

Il vero banco di prova di un Esecutivo che annuncia grandi cambiamenti è la politica estera. I nostri bimbominkia governativi, appena saliti sugli scranni ministeriali, hanno invece reiterato, sull’affaire ucraino, la solita litania priva di autonomia che si adegua al volere della comunità globale guidata da Washington, a prescindere da una analisi seria delle ragioni storiche e geopolitiche della fase e degli eventi in corso. Da Palazzo Chigi fanno sapere che è “inaccettabile” quello che sta accadendo in Crimea e condannano l’aggressione russa. Ed, invece, dovranno farsene una ragione, in primo luogo perché non contano niente, in secondo luogo perché non contano niente né l’Italia né l’Ue che hanno rinunciato ad avere una propria visione internazionale, da più di qualche lustro, per seguire a ruota i diktat statunitensi sui nodi critici di questo primo scorcio di XXI secolo (con l’unica eccezione rappresentata dalla Germania, ancora restia ad imbarcarsi nelle avventure della Nato ed in grado di ricavarsi una posizione distinta dal resto dell’allenza). Quando i grandi discutono i bimbominkia devono tacere. Dopo aver accettato le occupazioni americane del ventennio post-bipolare, dal primo conflitto in Iraq fino all’ultimo in Afghanistan, dove siamo impantanati dal 2001, adesso si ritiene INACCCCCETTABILE l’azione russa in Crimea che, al contrario delle invasioni barbariche preventive di Bush, padre e figlio, di Clinton, nonché delle rivoluzioni “condizionate” di Obama, nasce da una piazza sediziosa a Kiev, fomentata dai dollari, dalle armi e dal sostegno di emissari del Dipartimento di stato Americano, come Victoria Nuland, o finanziatori di ong occidentaliste, come George Soros.

Il resto dell’Ucraina si è opposto al governo fantoccio insediatosi nella Capitale ed ha cacciato con la forza gli euromaidan che volevano occupare i palazzi dell’amministrazione locale: a Mariopol, Melitopol, Kharkov, Donetsk, Simferopol, Sevastopol. La rivoluzione è già finita mettetevi l’anima in pace. Adesso toccherà ai contendenti esteri trovare un compromesso che permetta alla potenze occidentali di salvare la faccia e alla Russia di puntellare la sua sicurezza. Tutto verrà fatto sulla pelle degli ucraini che si sono lasciati trascinare in un gioco più grande di loro e che potrebbero pagare con la secessione il tradimento dei partiti di opposizione.

L’azione di Putin è stata militarmente ineccepibile, come dichiara anche il generale italiano Carlo Cabigiosu, ed aver creato questo sconquasso nella sfera d’influenza di Mosca, nella zona tradizionalmente più legata alla cultura russa, è stato un azzardo fuori luogo e fuori tempo massimo. Infatti, sono proprio i tempi ad essere cambiati e se gli Usa e l’Ue non riescono a comprenderlo riusciranno unicamente a generare morte e distruzione in altri scenari senza alcun risultato tangibile, se non quello di rendere la terra un posto sempre più insicuro. Sarebbe utile accettare la presenza di nuovi attori sulla scacchiera mondiale e calibrare la propria strategia politica sulla situazione di fatto anziché su un progetto egemonico unidimensionale ormai fallito, perché il cammino della storia non si è concluso con la caduta dell’URSS ma si è rimesso in moto seguendo altre strade. L’Europa si è esposta ed è andata all’arrembaggio in Ucraina senza alcuna possibilità di riuscita, contrapponendosi ad un attore che le fornisce il 22% del fabbisogno energetico.  Gli Usa della strategia del caos ritengono che con tali mosse sconclusionate e scriteriate riusciranno comunque a ritardare la formazione di blocchi geopolitici antagonisti al suo campo e per questo obiettivo sono disposti a sacrificare la stabilità dei soci e la pelle dei popoli. Infatti, come scrive il NYT il tono minaccioso è l’unica vera reazione che la Casa Bianca opporrà ad una Russia che difende con le unghie e con i denti la sua orbita più prossima: “President Obama has warned Russia that “there will be costs” for a military intervention in Ukraine. But the United States has few palatable options for imposing such costs, and recent history has shown that when it considers its interests at stake, Russia has been willing to pay the price.”

Come in Georgia nel 2008, Putin ha dimostrato che lo spazio vitale della Russia non è contendibile, anche a costo di trascinare il mondo in una guerra che, tuttavia, non ci sarà, almeno per ora, perché gli scenari non lo consentono in quanto la supremazia relativa statunitense è ancora molto elevata, non abbastanza per soluzioni di forza unidirezionali da parte di Washington, non così debole da essere sfidata direttamente dai concorrenti geopolitici emergenti e riemergenti. In questo consiste “l’equilibro instabile” della nostra epoca che per intanto ci evita conflitti peggiori. Cosa è allora inaccettabile signor Presidente Renzi? La realtà? Solo i burattini intenti a sognare il Paese dei balocchi faticano a metabolizzarla. Questo è veramente inaccettabile in un’era di enormi mutamenti e di tensione dei rapporti di forza. Dobbiamo infine decidere se essere ornamentali e perire o essere centrali ed agire in questi orizzonti inevitabili di trasformazione generale rivedendo le nostre lacere convinzioni di un tempo. Che un tempo ormai perduto, appunto, non diventi anche ulteriore perdita di tempo.


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