Tekken, uno dei brand più amati del mondo, decide di stravolgere l'intera impostazione per abbracciare, seppur a suo modo, il mondo RPG
Quando si immagina un picchiaduro in tre dimensioni, quasi sempre per forza di cose la mente corre ad uno qualsiasi degli 8 episodi (versioni Advance e PSP escluse) di Tekken. Nato con PlayStation e, nonostante i due episodi convertiti anche su Xbox 360, indissolubilmente legato ad essa, il titolo Namco-Bandai ha rappresentato per molti anni la prima scelta per milioni di appassionati videogiocatori sparsi per il mondo; il grande successo ha fatto sì che si creasse un sottobosco di ragazzi e ragazze, raccolti in comunità, impegnati a sfidarsi continuamente in tornei agonistici e competizioni amichevoli.
La fase culmine, raggiunta secondo molti con il terzo capitolo di Tekken e il primo Tag, è stata poi seguita da altri episodi sicuramente sperimentali ma, per motivi più volte analizzati nel corso delle diverse recensioni, non amati dai fan della prima ora e dai giocatori cosiddetti "pro", quelli cioè abituati a sfide e palcoscenici mondiali.
In Tekken Revolution, che torna esclusiva PS3, per la prima volta compaiono due elementi mai visti in nessun altro picchiaduro di stampo classico: la formula free-to-play e i punti esperienza in grado di alterare i valori dei personaggi.
Come ti sviluppo il lottatore
L'approccio alla recensione di un titolo come Tekken Revolution pone immediatamente un problema di fondo, legato al livello di esperienza del lettore: in Tekken infatti, un giocatore professionista vede i combattimenti, i personaggi e tutto il contesto di gioco con occhi esperti e ipercritici; il giocatore "della domenica", al contrario, cerca solo spettacolarità e divertimento, ignorando eventuali problemi di bilanciamento o frame.
Esperienza sì, ma fino a un certo punto
A mitigare, almeno in parte, questo stravolgimento concettuale dei picchiaduro, ci pensa la lentezza con la quale si accumulano i punti abilità e quindi i vari potenziamenti; inoltre, basandoci su un numero consistente di partite, l'handicap migliore, ovvero un livello più elevato, si traduce una volta sul ring in poco o nulla, soprattutto se in presenza di un forte dislivello tecnico tra i giocatori umani.
In sostanza, si viene a creare la situazione, nota ai giocatori più smaliziati, nella quale il player più forte riesce a sconfiggere il più debole anche se quest'ultimo aumenta il suo handicap, confermando che solo i più forti, alla lunga, vincono.
E tornando a parlare di combattimenti veri e propri, Tekken Revolution ricalca, quasi perfettamente, stili e meccaniche di Tekken Tag Tournament 2, comparto grafico incluso, e a quella recensione vi rimandiamo per approfondimenti in tal senso; la differenza fondamentale però, oltre all'ovvia assenza del Tag Mode, è la mancanza del tanto chiacchierato Bound System, il rimbalzo a terra tipico alla fine di ogni combo aerea, che permette ancora di concatenare altre hit aumentando il danno inflitto finale.
Senza Bound, buona parte di quanto appreso in Tekken 6 prima e Tekken Tag 2 dopo perde senso e il danno totale inflitto, restando identiche le mosse (a parte le animazioni di quelle critiche, adesso in stile "ultravelocità" con le scie) si riduce drasticamente.
L'obiettivo degli sviluppatori è, probabilmente, quello di allungare la durata delle partite ma, lo ripetiamo, in caso di forte dislivello tecnico a monte, si può assistere soltanto a rapide carneficine.
Da segnalare infine il roster dei lottatori, fortemente ridimensionato rispetto a quello mastodontico di Tekken Tag 2, anche se avanzando di livello diventano man mano fruibili altri lottatori.
Tekken Revolution - Trailer E3 2013
Tekken Revolution è sicuramente una rivoluzione, ma soltanto a metà e non del tutto positiva. Se si voleva puntare ad un pubblico più casual, legato fortemente a modifiche e crescite del personaggio prima che alla vera abilità combattiva, l'obiettivo non è stato centrato. Di contro, i giocatori hardcore, lo zoccolo duro che acquista ad ogni uscita l'ultimo episodio di Tekken, siamo sicuri non degneranno il titolo nemmeno di uno sguardo, giudicando un vero e proprio sacrilegio affrontare partite non potenzialmente alla pari; senza contare infine la gravissima assenza della Pratica, la "palestra" di un vero lottatore del torneo del Pugno d'Acciaio.
Giovanni PolitoPro
- Gratuito
- Microtransazioni non troppo invasive
- I combattimenti sono sempre divertenti....
Contro
- ...ma limitati dall'assenza del Bound System
- Roster povero
- Online mai perfetto
- Offline quasi inesistente
- Crescita del personaggio lenta ma comunque inopportuna