Mentre ieri si apriva il Festival del Cinema di Cannes , viene pubblicata oggi la notizia della Romania divenuta un crocevia di spie provenienti dai paesi della ex Unione Sovietica.
Ora vi domanderete voi che legame ci possa mai essere fra queste due notizie. Beh, in effetti non ce n’è nessuno, se non l’antitesi.
Non saranno forse più i tempi di Cristian Mungiu trionfatore al Festival di Cannes, ma la compagine rumena anche quest’anno è pronta ad offrire il meglio della propria produzione artistica sulla croisette. Nuovi registi per una tradizione cinematografica che si rafforza.
Tornando nella terra dei Dacii, mi viene in mente l’intervista che il direttore del Servizio Informazioni Estere (SIE) Mihai Razvan Ungureanu, ha rilasciato a “Romania Libera” in cui afferma con orgoglio che lo spionaggio rumeno è fra i migliori all’interno della NATO.
Spulciando fra i vari articoli sull’argomento che ho trovato in rete, ci sono alcune affermazioni di Ungureanu che mi hanno colpito:
“…è stata inaugurata proprio in Romania – ad Oradea, al confine con l’Ungheria – la scuola Nato per le spie dell’Alleanza“. Esiste una scuola NATO per spie? Ma la guerra fredda non era finita?
“…tutto il male che può venire dall’Est – criminalità organizzata ad esempio – si scontra sui muri posti da stati come Polonia o Romania…” E Darth Vader dove lo hanno lasciato?
Inoltre Osservatorio Balcani mi fa notare che:
“…i romeni non possono viaggiare negli Stati Uniti senza visto. Circa il 25% delle richieste vengono respinte – molto al di sopra rispetto al 3% – quanto fissa la legge americana, sottolinea la stampa di Bucarest.” Insomma gli americani gli mettono i missili, impiantano basi, la NATO addestra le spie, ma dalla Romania i rumeni hanno ancora problemi a uscirci.
Vabbè, vado a cercare come posso scovare i film in uscita a Cannes.
…piccola aggiunta trovata al volo prima di andare a dormire: anche il Los Angeles Times dedica un articolo a come i Rumeni non siano capaci di fare film brutti, solo un successo dopo l’altro…
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