Alla ricerca del pezzo perduto di Shel SilverStein – 2013, Orecchio acerbo
Spesso si tende a considerare la doppia pagina di un albo illustrato un unico sfondo su cui si muovono i protagonisti di una stessa illustrazione, legati a doppio filo da quello della cucitura del libro. In realtà ciascuna pagina vive una propria indipendenza sebbene (anche a causa di una certa tradizione editoriale) faccia parte di un tutt’uno. Questa semplice “regola” trova la sua espressione più completa nell’albo di Shel SilverStein edito da pochi giorni da Orecchio acerbo.
Alla ricerca del pezzo perduto di Shel SilverStein – 2013, Orecchio acerbo
L’albo si svolge in orizzontale e ogni immagine investe la doppia pagina; ciò che accade a destra, però, continua, si rivela, a sinistra e al contempo rimane compiuto restando a sé stante; così come leggibili singolarmente sono i tratti lineari che si muovono alla base delle pagine a sinistra. Il che è possibile grazie alla struttura della storia così come a un profondo lavoro autoriale di ideazione e costruzione (di sottrazione anelante alla leggerezza à la Calvino direi).
Alla ricerca del pezzo perduto di Shel SilverStein – 2013, Orecchio acerbo
In generale trovo la perfezione noiosa, specie se applicata agli individui (specie se professata dagli individui). Trovo la perfezione immobile e l’immobilità stanca, spesso irrita, e mal si coniuga con la scoperta.
Molto più interessante è la ricerca della perfezione: alla maniera umanistica, essa è difficile, entusiasmante, faticosa, intelligente e uno di quegli atti destinati a rimanere, in molti e fortunati casi, non compiuto. Laddove si compia, dal dinamismo si passa alla staticità e il cerchio si chiude in un’irritante noia.
Alla ricerca del pezzo perduto di Shel SilverStein – 2013, Orecchio acerbo
Protagonista di questa storia di ricerca della perfezione è quello che una volta, prima di perdere un pezzo, era un cerchio perfetto. Nonostante uno spicchio di sé rimanga vuoto lasciando spazio a un sorriso pieno, il tondo non è affatto contento della sua condizione e parte, quindi, alla ricerca del pezzo perduto. Cerca col caldo e con la neve, cerca tra l’erba alta, cerca in montagna e in pianura, cerca vagando per gli oceani e mentre cerca, rotola e vaga, canta. Canta la ricerca del suo pezzo perduto. E sembra felice; anche perché ha l’occasione di incontrare e superare un bacherozzo, così come di esserne sorpassato una volta diventato farfalla. Rotola di avventura in avventura e talvolta nel pezzo che potrebbe essere quello mancante si imbatte. Solo alla fine, però, trova davvero quello giusto. Sarà questa la conclusione della sua ricerca? La felicità risiede nella perfezione, che lo rende veloce, inespressivo e completo o altrove, nell’accettazione di quel sé cantante e felice?
Alla ricerca del pezzo perduto di Shel SilverStein – 2013, Orecchio acerbo
Prima di incontrare il nostro tondo protagonista si percorrono numerose pagine, inclusi risguardi e colophon, che guidano per mezzo di un unico tratto lineare, che è una strada, e suggeriscono una ricerca, così come una lettura consapevole; suggeriscono la ricerca di un inizio che è già pieno della storia; fino alla comparsa, sulla pagina di destra, dell’imperfetto tondo, triste, senza un pezzo di sé.
Ritorniamo quindi al discorso iniziale, che prosegue fino alla quarta di copertina lasciando aperta la possibilità di nuovi sviluppi. La pagina di destra dialoga con quella di sinistra con una semplicità lineare, monocroma e narrativa, lasciando intendere altre e nuove storie: cosa pensa il pezzo mancante che si rivela sproporzionato, per esempio, mentre guarda allontanarsi il cerchio imperfetto? Gli augura forse di trovare presto quello giusto? È perplesso per essere stato un pezzo di passaggio, provato e poi scartato senza tanti giri di parole? Sta decidendo di unirsi a lui in una sua propria, personale, ricerca?
Una cosa è certa, questo libro sull’imperfezione è quasi perfetto.
Autore: Shel Silverstein
Editore: orecchio acerbo
Dati: 2013, 108 pp., 19,00 €