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La Russia di Putin quanto ha davvero a cuore i propri figli che non vuole fare adottare negli USA?

Creato il 25 febbraio 2013 da Matteo
Da Sveta di Ivanovo [1]a Julja di Gdov. La campagna antiamericana per il potere non ha un solo "meno", ma per il paese non ha un solo "più"
23.02.2013
Il 21 febbraio sugli schermi del canale televisivo "Rossija" [2] è andata in onda "Linea diretta con Michail Zelenskij" [3] e con Julija Kuz'mina, madre biologica di Michail Kuz'min, morto negli USA.Il non molto comprensibile racconto della giovane (23 anni), ma riuscita a vivere a tutta birra, mamma su come le hanno portato via i bambini da casa quando "lavorava a Pskov [4]", come per qualche motivo le hanno proibito di vederli all'ospedale e poi – non può capire perché – li hanno presi e tolti è stato organicamente completato dalla scrittrice Marija Arbatova e dal deputato Ekaterina Lachova: "la componente di corruzione è evidente", "hanno rapito i bambini", "la presa da raider dei bambini", "il business del commercio di bambini", "la corruzione", "la Kuščëvka [5] degli orfani", "la giovane mamma senza diritti, a cui portano via i bambini", "è importante capire quanto è redditizio questo business".
La sera di quello stesso giorno la giovane vittima della presa da raider dei bambini insieme al suo convivente di turno (che era pure alla trasmissione, si esprimeva in ogni modo e sosteneva caldamente) è tornata indietro a Pskov.
A Pskov non sono arrivati. La gloria panrussa ha fatto girare la testa alle nuove stelle televisive del regime: hanno bevuto, hanno provocato una rissa e quando li hanno tolti dal treno, Julja di Gdov [6] ha proposto soldi a tutti e ha promesso che il suo nuovo capo manderà i suoi offensori "a nutrire i pesci del lago dei Ciudi [7]".
In generale alle signore Arbatova e Lachova, prima di raccontare a tutto il paese degli organi di tutela che in cambio dei soldi americani portano via i bambini a una giovane madre sofferente, sarebbe convenuto far conoscenza con la biografia della sofferente: beve e fa baldoria dall'età di 13 anni, non ha lavorato un solo giorno, il fratello e lo zio si sono impiccati, la madre è sparita e la nonna, a cui ha preso tutta la pensione, è stata mangiata dai topi. L'attuale convivente è stato condannato due volte, il padre di Maksim è in carcere per l'omicidio del proprio padre.
Se inventi una storia nera del genere in un romanzo, diranno: "Non può essere". Nei romanzi non può essere, ma nella vita russa può.
C'è la realtà. La realtà sta nel fatto che negli USA negli ultimi 15 anni sono morti 21 bambini adottati in Russia, 6 di essi per maltrattamenti. Ognuno è noto senza esclusione. Possiamo essere fortemente convinti che se ci dicono 21, sono proprio 21 e non 27 e non 100 e che la giustizia americana stabilirà il grado di colpevolezza senza Astachov [8].
La realtà russa sta nel fatto che da noi in generale è ignoto quanti bambini adottati siano stati uccisi. Non è una mia affermazione. E' un'affermazione di Pavel Astachov. E quanti siano stati uccisi in generale è pure ignoto.

Secondo le cifre ufficiali, in Russia nel 2012 sono morti 2139 bambini, ma è ignoto quanto imprecise siano queste cifre. Di 100 cadaveri? Di qualche volta? Di qualche ordine di grandezza? Solo in 9 mesi del 2012 come scomparsi senza lasciare traccia figuravano 10978 minorenni.
E che significa "scomparsi senza lasciare traccia"?
Nel 2008 presso Nižnij Tagil [9] furono trovati forse 14, forse più (non contarono quanti precisamente) cadaveri di ragazze. Li trovò un cane. Si chiarì che una banda rapiva ragazze e le uccideva se si rifiutavano di diventare prostitute. Fino al ritrovamento dei cadaveri non era stato aperto alcun procedimento penale sugli omicidi delle ragazze: i loro genitori venivano mandati a quel paese [10].
Nel 2010 presso Kursk [11] un cane (di nuovo un cane) trovò i resti di quattro bambine uccise e violentate nel 2001. Per 9 anni rifiutarono ai genitori di avviare un procedimento. Le bambine erano state uccise da adolescenti con cui si divertivano. Gli assassini furono riconosciuti colpevoli, ma furono messi in libertà per il valido motivo che uno di questi degni ragazzi a quel tempo era riuscito a diventare genero di un ufficiale dello FSB [12].
Come capirete, né le bambine di Nižnij Tagil, né quelle di Kursk sono state onorate dalla Duma alzandosi in piedi o da Astachov su Twitter. Infatti non le hanno uccise i pindosy [13].
Così la realtà sta nel fatto che negli USA se la cavano senza di noi. Ma in Russia non possiamo contare quanti sono stati uccisi. Ma c'è la fede i cui sacerdoti ci inculcano dai teleschermi: Putin salva la Russia e i pindosy uccidono i bambini russi.
La cosa più triste è quanto segue.
La realtà e la fede non si intersecano in alcun modo.
Questa è una proprietà della fede dai tempi più antichi. Come ben sapeva Goebbels e prima di lui un sacco di profeti di ogni tipo, la fede non dipende dai fatti, ma dipende dalla frequenza di ripetizione. Se si ripete caparbiamente e a lungo, la maggioranza crederà tutto ciò che si vuole.
E certamente ci si può convincere da soli che la legge cannibale [14] ha causato la scissione delle élites e che la toccante preoccupazione di Astachov per le disgrazie dei bambini russi in America ferisce gli occhi vista sullo sfondo del suo atteggiamento verso le case di concentramento dei bambini russi. Ma l'essenza è che in realtà la campagna contro le streghe che guastano i raccolti, contro gli ebrei che bevono il sangue dei bambini cristiani o dei pindosy che bevono il sangue dei bambini russi non deve affatto corrispondere alla realtà. Deve incarnare la maggioranza irragionevole in lotta contro il crudele nemico e in appoggio al saggio leader.
La campagna svolge questa funzione e perciò per Putin non ha – dal punto di vista della conservazione del potere – alcun "meno". Ma per la Russia – dal punto di vista del degrado del paese – non ha un solo "più". Questa, essenzialmente, è anche la caratteristica del regime che uccide il paese: quando, per restare al timone, il potere fa ciò che uccide il paese.
Julija Latynina, "Novaja gazeta", http://www.novayagazeta.ru/columns/56898.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)
[1] Svetlana Jur'evna Kuricyna, autodefinitasi "Sveta di Ivanovo" (città della Russia centrale), giovane russa famosa per un video di YouTube in cui sosteneva con enfasi involontariamente comica "Russia Unita" (il "partito del potere" russo), divenuta poi conduttrice della rete NTV.
[2] "Russia", primo canale della TV di Stato russa.
[3] Michail Vladimirovič Zelenskij, giornalista televisivo russo.
[4] Città della Russia occidentale.
[5] Kuščëvka (più propriamente Kuščëvskaja), villaggio cosacco della Russia meridionale divenuto noto nel 2010 per una strage di tipo mafioso di cui restarono vittime 12 persone, tra cui 4 bambini.
[6] Città della regione di Pskov.
[7] Lago tra l'Estonia e la Russia (Ciudi erano detti dai russi gli estoni).
[8] Pavel Alekseevič Astachov, plenipotenziario per i diritti dei bambini presso il presidente della Federazione Russa.
[9] Città della zona degli Urali.
[10] Letteralmente "alle tre lettere", quelle che in russo compongono il nome volgare dell'organo genitale maschile.
[11] Città della Russia sud-occidentale.
[12] Federal'naja Služba Bezopasnosti(Servizio di Sicurezza Federale), il principale servizio segreto russo.
[13] Nome gergale spregiativo degli americani, qualcosa come yankees
[14] La legge che vieta l'adozione di bambini russi da parte di americani promulgata in risposta alle sanzioni americane legate alla morte in un carcere russo dell'avvocato Sergej Leonidovič Magnitskij, che lavorava per una società americana.

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