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La Russia rifornisce la Siria di missili antiaerei S-300?

Creato il 31 maggio 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online

Saranno davvero arrivati i missili antiaerei S-300 alla Siria? Assad lo dichiara alla televisione di Hezbollah, il ministro degli esteri

La Russia vende missili S300 alla Siria

Un lanciatore di missili S300
Foto George Chernilevsky, licenza CC BY-SA, modificata

della Russia smentisce. Nonostante tutto, questo accordo da 900 milioni di dollari per la fornitura di 6 batterie di missili c’è, e la Russia non si dà la pena di smentirlo.

Sulla consegna però Israele dice “hic sunt leones”: la dichiarazione del ministro della difesa Yaloon “Sapremo cosa fare”, sembra tutto tranne che una trattativa di pace. I missili infatti dovrebbero essere talmente potenti da minacciare la supremazia aerea israeliana e da impedire l’intervento di altri Stati in territorio siriano.

Intanto sono altri Stati a voler negoziare la pace: USA, Russia e ONU organizzano “Ginevra 2”, una conferenza di pace che dovrebbe essere preceduta da un incontro preparatorio che si terrà il 5 giugno, sempre nella stessa città.

Questo assetto ha qualcosa di terribilmente già visto. Le due potenze sono di nuovo su lati opposti: gli USA, insieme alla Lega Araba e all’Unione Europea si scagliano contro il regime repressivo di Assad, che attraverso Shabiya, esercito e militari di Hezbollah, sta operando massicci massacri di civili. Russia e Cina invece boicottano le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza ONU che mirerebbero a destituire il Rais. L’ONU si trova così in un’impasse che non gli è nuovo e promuove la via diplomatica.

Il Congresso nazionale dell’opposizione siriana, però, detta condizioni per la partecipazione a Ginevra 2: che il presidente Assad se ne vada e che le truppe di Hezbollah si ritirino. La risposta arriva direttamente dalla Russia, che esclude l’uscita di scena del dittatore e accusa i ribelli di non ambire alla pace.

Ancora una volta gli interessi in gioco e gli equilibri smossi sono molto più grandi di quello che appare, e i Paesi dell’area geografica interessata sembrano essere sullo sfondo di un botta e risposta che avviene sui mass media tra Stati totalmente diversi. Il ministro degli esteri italiano Emma Bonino ha dichiarato a Repubblica che non è possibile pensare ad una conferenza di pace senza l’Iran, cruciale per gli equilibri in gioco nella regione, nonostante le divergenze che ci sono con alcuni Stati, come l’Italia.

Intanto è l’UE a dare un segnale forte, sospendendo l’embargo ai ribelli. Pinheiro però, responsabile di una commissione d’inchiesta UE sui diritti umani, afferma però le sue perplessità sul reale intento dei ribelli di creare una democrazia.

Nel frattempo la città di Qusayr, totalmente in mano ai ribelli, è assediata dalle truppe e da Hezbollah e chiede un accesso per la Croce Rossa.

Articolo di Sara Martinetto


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