La Saga di Harry Potter
di J.K. Rowling
J.K. Rowling è nata nel 1965 a Chipping Sodbury, Gloucestershire, sud-ovest dell’Inghilterra.
- Harry Potter e la pietra filosofale
- Harry Potter e la camera dei segreti
- Harry Potter e il prigioniero di Azkaban
- Harry Potter e il calice di fuoco
- Harry Potter e l’ordine della fenice
- Harry Potter e il principe mezzosangue
- Harry Potter e i doni della morte
Titolo: La Saga di Harry Potter
Autore: J.K. Rowling
Serie: La Saga di Harry Potter, dal 1° al 7°
Edito da: Salani
Prezzo: dai 12€ ai 20€ per volume (tutti e sette in cofanetto 109€ – la versione economica anche meno)
Genere: Fantasy, Young Adult
Pagine: dalle 250 p. del primo libro alle 700 p. dell’ultimo
Voto:
Trama: Harry Potter è una saga letteraria composta da sette libri, scritti dall’autrice inglese J.K. Rowling, basati sulle avventure del giovane mago Harry Potter, un ragazzo la cui vita è stata segnata fin dalla nascita dall’assassinio dei suoi genitori ad opera del mago malvagio Lord Voldemort, e che, dopo aver respinto la maledizione mortale scagliatagli da quest’ultimo, lo riduce in fin di vita. La saga – dopo la narrazione dei fatti accaduti subito dopo l’episodio – parte dall’età di undici anni del giovane mago e copre un arco di tempo lungo sette anni (escludendo prologo ed epilogo), ognuno narrato in un libro. La trama è basata sulle avventure di Harry Potter alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts e dei suoi frequenti scontri con Lord Voldemort e i suoi seguaci.
trama tratta da HarryPottewiki
Chi non ha mai mai sentito parlare di Harry Potter?
Nel primo libro – Nel secondo libro
Nel terzo libro - Dal quarto libro – Il quinto libro
Il Principe Mezzosangue - I Doni della Morte
Chi non ha mai sentito parlare di Harry Potter?
Il maghetto nato dalla penna di J.K. Rowling sul finire degli anni ’90 (uscito per la prima volta nel 1997), un bambino orfano, che scopre di essere un mago e di poter frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Le sue avventure sono raccolte in 7 libri, uno per ogni anno scolastico. Questo è il percorso formativo per entrare come adulto nella comunità magica. L’intera saga è stata scritta in 10 anni (1997-2007) facendo crescere nei lettori una forte aspettativa. Tanto è vero che per la prima volta in Italia, per quanto sappia, la vendita degli ultimi libri hanno portato all’apertura notturna di varie librerie in diverse città, creando eventi a tema.
Di solito i primi libri stentano a partire, ci possono essere descrizioni inutili o troppo prolisse, questo spesso porta a non sentirsi coinvolti dalla storia narrata. Non è il caso della Rowling che riesce ad incantare il lettore già con il primo libro. È come se fosse riuscita a distillare una perfetta felix felicis.
La saga comincia con il più classico dei protagonisti, un bambino orfano, maltrattato dai parenti, che si scopre un predestinato. Anche se la storia sa di già sentito, la capacità della scrittrice di rivestire di freschezza un cliché è veramente notevole. Harry non risulta un ragazzino amareggiato, segnato dalla propria infanzia, anzi da subito si intravede la sua capacità di accettare l’incredibile, a dispetto degli zii, che hanno fatto di tutto per sopprimergliela. Nel libro emerge il suo coraggio, la sua poca tolleranza alle regole. La sua forza nel lottare per ciò in cui crede. Tutto questo gli permette di essere fautore del proprio destino.
«Tu-Sai-Chi li uccise. E poi – e questa è la cosa veramente misteriosa – cercò di uccidere anche te. Chissà, voleva fare piazza pulita, o forse a quel tempo ammazzava solo per il gusto di farlo. Ma non ci riuscì. Ti sei mai chiesto come hai quella cicatrice sulla fronte? Non fu un taglio qualsiasi. Quello è il segno che ti rimane quando vieni toccato da un caso potente e maligno: non ha risparmiato la tua mamma e il tuo papà, e neanche la casa, ma su di te non ha funzionato, e questo è il motivo per cui sei famoso, Harry. Nessuno di quelli che lui aveva deciso di uccidere l’ha fatta franca, nessuno, tu solo. E bada bene che ha ucciso maghi e streghe tra i migliori del suo tempo: i McKinnon, i Bone, i Prewett; e tu, che eri soltanto un neonato, ce l’hai fatta»
Nei primi 11 anni della sua vita, Harry cresce come un paria nella “normale famiglia” dei suoi zii, o come viene poi scritto nel libro: “la famiglia di Babbani peggio che ho mai visto” .(come direbbe Hagrid)
«E tuttavia, il Cappello Parlante ti ha assegnato al Grifondoro. Tu sai perché. Pensaci».
«Lo ha fatto» disse Harry con la delusione nella voce, «perché gli ho chiesto io di non andare fra i Serpeverde…»
«Appunto» disse Silente ancora una volta tutto raggiante. «Il che ti rende assai diverso da Tom Riddle. Sono le scelte che facciamo, Harry, che dimostrano quel che siamo veramente, molto più delle nostre capacità».
In questa avventura, il nostro eroe si trova nuovamente a fronteggiare le tenebre, che si insinuano in modo inaspettato nella vita di Hogwarts. Harry dimostra, ancora una volta, di saper mettersi in gioco per quelli che ama.
«Non lo farai, vero, Harry?» chiese Hermione.
«Perché non vale la pena di morire per Black» disse Ron. Harry li guardò. Sembrava che proprio non capissero.
«Sapete che cosa vedo e sento tutte le volte che mi si avvicina un Dissennatore?» Ron e Hermione scossero la testa, preoccupati.
«Sento mia madre che grida e supplica Voldemort. E se voi sentiste vostra madre che urla così e sta per essere uccisa, non ve la dimentichereste tanto in fretta. E se scopriste che uno che doveva essere un suo amico l’ha tradita e ha messo Voldemort sulle sue tracce…»
Il prigioniero di Azkaban è tra i miei preferiti della saga, la malinconia che mi lascia, la tristezza di quello che sarebbe potuto essere, tocca una corda speciale nel mio cuore. Alla fine, per fortuna, emergere una nota di speranza.
A scuola, per restare in tema internazionale, si tiene il celebre Torneo Tremaghi, una competizione amichevole fra 3 scuole di magia: Hogwarts, Beauxbatons, Durmstrang. La tradizione vuole che tre campioni, provenienti ognuno da una scuola diversa, vengano scelti per affrontare questa difficile contesa. Harry, anche se non ha l’età per entrare in competizione, si trova involontariamente coinvolto. La sua forzata partecipazione non è ben vista dagli studenti. L’unica a comprendere che il-bambino-sopravvissuto è nuovamente vittima delle circostanze, e che forse la sua riluttante partecipazione possa essere un piano per eliminarlo è Hermione.
«Quando e se per voi dovesse venire il momento di scegliere tra ciò che è giusto è ciò che è facile, ricordate cos’è accaduto a un ragazzo che era buono, e gentile, e coraggioso, per aver attraversato il cammino di Voldemort…»
Harry posò la punta della piuma sul foglio e scrisse: Non devo dire bugie. Emise un gemito di dolore. Le parole erano comparse sulla pergamena in quello che sembrava scintillante inchiostro rosso. Nello stesso tempo, erano apparse anche sul dorso della mano destra di Harry, incise sulla sua pelle come tracciate da un bisturi: mentre lui era ancora intento a fissare il taglio luccicante, la pelle si richiuse, lasciando il punto dove si era aperta appena più rosso di prima, ma liscio. Harry guardò la Umbridge. Lei lo osservava, la larga bocca da rospo stirata in un sorriso.
«Sì?»
«Niente» disse Harry piano.
Questo libro risulta cupo, mai come in questo volume ci rendiamo conto che Harry è un orfano e che non ha veramente
Accompagniamo Silente e Harry tra i ricordi di varie persone, ricostruiamo la storia di Tom Riddle alias Voldemort. Analizziamo le circostanze della sua nascita, lo vediamo prima bambino in un orfanotrofio babbano, poi brillante adolescente. Ma sopra a tutto, impariamo a conoscerlo, a capire come pensa, facciamo nostra la massima conosci il tuo nemico.
«Harry! Non capisci? Voldemort stesso ha creato il suo peggior nemico, come fanno ovunque i tiranni! Hai idea di quanto i tiranni temano coloro che opprimono? Sanno benissimo che un giorno tra quelle molte vittime ce ne sarà certamente una che si leverà contro di loro e reagirà! Voldemort non è diverso! Ha sempre cercato chi l’avrebbe sfidato. Ha ascoltato la profezia ed è entrato in azione, col risultato che non solo ha scelto colui che molto probabilmente lo finirà…»
Certo il libro non è tutto incentrato su Voldemort. Harry infatti deve venire a patti con la rivelazione di Silente e con il lutto che lo ha colpito
Come ormai ci ha abituato la Rowling, verso fine anno tutti i nodi vengono al pettine e c’è un susseguirsi di colpi di scena che portano il lettore ed Harry di fronte a un evento che ci lascia orfani di un altro personaggio significativo e carismatico di tutta la saga. Un grave lutto che colpisce tutti.
E Silente sapeva che Harry non si sarebbe sottratto, che avrebbe continuato sino alla fine, anche se era la sua fine, perché si era preso il disturbo di imparare a conoscerlo. Silente sapeva, come Voldemort, che Harry non avrebbe permesso a nessun altro di morire per lui, una volta scoperto che era in suo potere impedirlo.
Per la prima volta la storia non avrà solo Hogwarts come sfondo, ci vengono tolti così tanti piccoli dettagli che ci erano ormai famigliari; come il binario 9 ¾ , il viaggio in treno, l’inizio delle lezione. Anche le relazioni interpersonali si riducono drasticamente, per buona parte del libro siamo soli con Ron, Hermione ed Harry. Sappiamo quello che sanno loro, non ci viene data una visione più ampia degli eventi, il nostro unico contatto con il mondo esterno sarà una piccola radiolina, che trasmette Radio Potter. Abbiamo tutta l’Inghilterra come palcoscenico, ma ci sono solo tre attori che vi recitano. Sempre in fuga, con il costante pericolo di essere catturati dai seguaci di Voldemort. Questo, però, non farà demordere i nostri eroi, tanto è vero che quando le tracce di un Horcrux li porterà al Ministero (ora in mano ai Mangiamorte) l’inventiva del trio sarà eccelsa. Purtroppo dopo questa smaccata vittoria c’è una inevitabile battuta d’arresto che causa dissapori tra loro. Il più influenzato dal cattivo umore collettivo è Ron, il quale non è mai stato esente da sporadici attacchi di gelosie nei confronti di Harry. Ma quando tutto sembra perduto una serie di eventi ci portano nella giusta direzione, e la caccia agli Horcrux si riapre. Passando dalla Gringott a Hogwarts sul dorso di un drago andiamo incontro alla battaglia finale.
«Perché» rispose Harry, prima che potesse farlo Hermione, «a volte bisogna pensare a qualcosa di più della propria salvezza! A volte bisogna pensare al bene superiore! Questa è una guerra!»
«Hai diciassette anni, ragazzo!»
«Sono maggiorenne, e continuerò a combattere anche se lei si è arreso!»
Nel leggere l’ultima pagina, ho detto addio a degli amici che mi avevano fatto compagnia per così tanto tempo. Che mi avevano fatto sognare, ridere e arrabbiare. Harry Potter mi ha regalato tante emozioni diverse. Il senso di aspettativa e di attesa per il prossimo libro non ci sarà più. Come direbbe Gabriel García Márquez:
“Non piangere perché è finito, sorridi perché è successo.”