La salumeria della musica

Creato il 02 agosto 2010 da Dallomoantonella

 

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è stata segnalata  da  esperti  come un valido   posto  tra i primi 100 nel mondo dove  ascoltare del buon jazz e non solo…

Ci sono stata una sera, con  Giovanni e Pietro…appena entri ti trovi subito dentro un’atmosfera molto informale, c’è una ragazzina  che fa cassa,  10 euro a persona,   e poi sali tre gradini, passi davanti al bar che  serve birra ed ogni altro genere di alcolici, scendi altri tre gradini, mi sembra di ricordare,  e ti ritrovi nella sala  anch’essa  dislocata su più livelli  dove si creano diversi angoli  più o meno  raccolti, più o meno   disposti a circolo  dove la gente  si  siede in libertà, in ordine sparso, attorno al proprio  tavolo… Prima di entrare nella grande stanza  che più che un locale  ha l’aspetto di una   fabbrica   dismessa rivista e corretta, si passa appunto davanti a un bancone frigo  che  custodisce ogni genere di  salumeria,  perchè  qui si mangia  e non si beve soltanto…Da questo  particolare  credo il nome insolito dato al ritrovo,  punto storico di incontro   dei giovani e meno giovani  di   Milano   e dintorni.

La  zona è quella dopo di via  Ripamonti,  subito fuori trovi anche una sede dell’Arci   ed altri   bar   illuminati   gremiti  di  gente  di ogni  risma  con una sola preoccupazione,   quella di far tardi.

Il  posto ce l’ha indicato  un amico di Pietro  che chiedendo   in giro   dove potere andare a sentire  della  musica  alternativa e  vincente  ha  fatto questa  simpatica  scoperta.

Quella sera  siamo arrivati  intorno  le  dieci e mezza,  dopo una mordi e fuggi  sosta  sui Navigli; la sala era già piena, non c’erano   più  posti a sedere;  cantava  una giovane donna  di colore, una  voce calda,  due lunghe gambe  sotto una succinta minigonna… Abbiamo aspettato  che lo spettacolo del momento  finisse prima  di  disturbare  le persone sedute  sulla  scala  che portava  al soppalco  laterale;  qui c’erano  dei divani  un pò  vecchiotti,  parecchio  vecchiotti,  dove però  nessuno sembrava fare caso  all’arredamento… Qualcuno ha approffittato della pausa per alzarsi  e andare a farsi un aperitivo;  qualcun’altro ha pensato bene  di   mettersi  a  fare due chiacchiere  con l’amico  o con l’amica che   non vedeva da tempo…insomma,  sembrava di stare nello hall di un teatro  dove  ognuno  sta lì fuori della scena  sentendosi parte della scena   che continua,  dello spettacolo mai interrotosi   che assume semplicemente  contorni più allargati,  sfumature partecipate  e condivise…

Bella Milano,  è la Londra d’ Italia.  Ci ho vissuto per un breve periodo,   da studente,  e ne ho assaporato  il clima  frenetico  e  da  prima donna;  Milano  è bella  per quello che offre, per come  si lavora,  per la bella gente e per le belle piazze…è una città tutta da scoprire,  ricca di storia, di cultura,  di  belle cose,  ma ha ovviamente  anche dei limiti, come tutte le grandi  metropoli.

Può  diventare una città  faticosa,  ostile,  persino gretta  qualora   dimenticasse la sua funzione  di capitale   economica del paese… Da brava  e felice  provinciale   non  scambierei mai   la  mia  tranquilla   e  campagnola  Brianza  con  le vestigia della  città della moda;  di certo  però  cambierei  i suoi abitanti,  manderei tutti  questi grassi e noiosi  similcumenda    ad imparare le regole del saper vivere   in qualche rinomato istituto  urbano…così  che  magari   la  periferia   della bella signora  potrebbe  evolversi  in un senso  vero  e   pieno  diventando    una valida  e  poliforme  collaboratrice   del  management   e dello sviluppo,  quello pulito…

Certo,  se pensiamo  a Roma, Venezia o Firenze,  ci vengono in mente subito  le  loro  inenarrabili  bellezze  artistiche,  contro cui   Milano non può certo competere,  ma   la bellezza di questa city  e della sua  verde  periferia  è  proprio  nella sua  signorilità,  nel suo non essere appariscente  ed immediatamente classificabile.

Milan  l’è un gran Milan  e nessuna  città  della Lombardia   credo   possa competere  con  questa meritatissima e sudatissima   definizione…

A  Milano mi sono laureata,  a  Milano  mi sono innamorata,  a  Milano   ho  appreso  i rudimenti del mio mestiere…anche se poi  non mi definirei milanese,  come non mi definisco nemmeno   brianzola;  sono di sangue misto,  come ho già scritto e detto,  mio padre  era nativo  dell’appennino  tosco emiliano,  solo mia madre  era una  brianzola  di  lunga  tradizione…

Comunque  la  serata  alla Salumeria  finisce  precocemente;  è giovedì,  domani  si deve lavorare,  ci si deve  alzare presto.

Finito anche  il secondo spettacolo   ci  alziamo  a malincuore;  vorremmo restare, la musica  è piacevole,   la compagnia  dolce,  il  sonno  messo a tacere…ma  come detto  domani  ci si deve alzare come al solito  e da scrupolosi   indefessi   lavoratori   bisogna pensare al ritiro, al  rientro…

Ci avviciniamo  all’uscita,  ci approssimiamo  alla macchina…in un attimo le luci calde  delle strade  urbane  si smorzano, escono di scena;  in un attimo ci ritroviamo  nella nostra  buia e  taciturna  campagna.

Giovanni  ci accompagna  a casa.

Io  e Pietro  arriviamo,  un breve saluto e Giovanni  riparte;   domani  è  davvero un altro giorno…tutto è pronto  a ricominciare…


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