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LA SANITà DELLA COREA DEL NORD è AL COLLASSO. QUANDO SI PREFERISCE SPENDERE SOLDI PER IL NUCLEARE INVECE DI CURARE IL PROPRIO POPOLO

Creato il 02 agosto 2010 da Madyur

Secondo un rapporto pubblicato da Amnesty il 15 luglio , in Corea del Nord le amputazioni e gli altri interventi chirurgici sono senza anestesia. Il rapporto basato su interviste a oltre 40 nordcoreani fuggiti e operatori sanitari, è intitolato “Sistema sanitario a pezzi in Corea del Nord” e offre un ritratto terribile della sanità nordcoreana.

Il rapporto parla di ospedali a malapena funzionanti a causa di mancanza di medicinali e di epidemie causate della malnutrizione. I testimoni raccontano di aghi ipodermici non sterilizzati e di lenzuola non lavate regolarmente. “La Corea del Nord non provvede ai più elementari bisogni sanitari dei cittadini , soprattutto di quelli troppo poveri per pagarsi le cure mediche” dichiara Catherine Baber , vicedirettore del programma Asia e Pacifico di Amnesty International.

Il governo nordcoreano sostiene che il sistema sanitario è gratuito per tutti , ma molti intervistati hanno dichiarato che dagli anni novanta hanno dovuto pagare le prestazioni mediche “I medici sono generalmente pagati con sigarette , alcol o cibo in cambio di visite , e con denaro in caso di esami o interventi chirurgici” si legge nel rapporto.

Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) , la Corea del Nord è il paese con la spesa sanitaria procapite più bassa al mondo ( meno di un dollaro a persona all’anno). Il rapporto ha inoltre rilevato che molti nordcoreani evitano di rivolgersi ai medici acquistando direttamente farmaci al mercato , ricorrendo all’automedicazione.

“La popolazione nordcoreana ha urgentemente bisogno di aiuto medico e alimentare” dichiara Baber. “E’ fondamentale che gli aiuti alla Corea del Nord non siano usati come arma politica da parte dei paesi donatori”.

Presentando il rapporto a Seoul , Norma King Muico, ricercatrice di Amnesty , ha criticato la riluttanza del governo della Corea del Nord a chiedere l’intervento umanitario della comunità internazionale . La situazione è peggiorata dopo la rivalutazione monetaria nel dicembre del 2009.

Il rapporto comincia con la testimonianza di una donna di 39 anni “Riceviamo 15 chili di mais e uno o due chili di riso al mese. Per incrementare il nostro reddito ricaviamo l’alcol dal mais. Abbiamo perfino mangiato il sedimento dell’alcol di mais. E’ amaro ma avevamo fame e abbiamo dovuto farlo”

madyur

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