Le analisi sono state eseguite sia sui prodotti destinati all’alimentazione umana, sia sui prodotti destinati all’alimentazione animale. La legge europea, infatti, consente l’utilizzo degli Ogm autorizzati solo se vengono dichiarati in etichetta. Obbligo che decade se la percentuale e’ inferiore allo 0,9% degli ingredienti. Come da protocollo nazionale i tecnici hanno prelevato dai banchi dei supermercati 26 tipi diversi di alimenti: biscotti, riso, latte di soia, cereali, succhi di frutta e integratori dietetici di provenienza regionale, nazionale e internazionale. “Su questi campioni abbiamo cercato la presenza di ingredienti transgenici ammessi in Europa, come alcuni tipi di mais, soia, patata o barbabietola”, spiega ancora la Vodret, “ma niente: tutti hanno dato esito negativo”.
I controlli si sono concentrati anche sulle specie non autorizzate, come alcune varieta’ di riso, che sono risultate assenti dai campioni. Diverso il discorso per i mangimi, dove in etichetta e’ spesso riportata la dicitura “presenza di Ogm”. Tutti dati entusiasmanti che però come sottolinea la dottoressa Vodret non possono significare che talvolta sulle nostre tavole non giunga qualcosa di geneticamente modificato, magari in minima parte, ecco perchè la Regione Sardegna non deve certamente abbassare la guardia in merito agli OGM, percio’”, conclude Bruna Vodret, “e’ necessario un continuo monitoraggio a tutela dei consumatori: un impegno che il laboratorio dell’Istituto Zooprofilattico porta avanti dal 2001 con la ricerca degli organismi geneticamente modificati su tutta la filiera agro-alimentare”
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