Nessuno mi ha insegnato, da giovane, quanto siano belli i nostri paesaggi, quanto siano misteriosi i sentieri della montagna, quanto sia importante la loro conoscenza. Sono cresciuto nell’ignoranza dei nostri fiumi, dei nostri mari, dei nostri monti, della flora e della fauna. A scuola ci era proibito parlar di Sardegna.
Se la sete di conoscenza della gioventù e la voglia di avventura non mi avessero spinto lontano, oggi sarei lì, nei boschi di leccio, lontano dalla fallace civiltà, a respirare il mirto, il cisto, il lentisco e il ginepro; forse vivrei di miele selvatico, di bacche e di selvaggina, come un eremita che cerca le verità nascoste; dormirei dentro le grotte, nei giacigli improvvisati, coprendomi con le pelli dei mufloni e dei cinghiali.
E lì aspetterei l’eterna sorella, per affrontare con lei l’ultima battaglia.