Ecco quello che ho scelto
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Scheda tecnica:
Titolo originale dell'opera: The Couturier's Workshop, Arles
Traduzione: L'atelier della sarta, Arles
Autore:Antoine Raspal
Anno: 1760
Tipo di pittura: olio su tela
Questo quadro dipinto a olio su tela mi piace moltissimo per la vivacità che riesce a trasmettere e anche per la quotidianità che rievoca con i suoi colori e la sua gestualità.
La rappresentazione è particolare sia per la scelta del soggetto, la bottega di una sarta di Arles, sia per il modo in cui è stata rappresentata attraverso le varie lavoranti intente nei loro compiti di cucito e ricamo; di tutte la padrona del negozio è la donna seduta sopraelevata affianco alla finestra, la mano protesa ad indicare come scelta uno di quelli che la sua apprendista l sta mostrando.
Abbigliamento e contesto
Le donne ritratte nel quadro come lavoranti alla bottega della sarta di Arles vestono colori sgargianti e fantasie molto inusuali, l'autore si è servito di ciò per far sì che il quadro fosse ancora più allegro e colorato, si possono infatti riconoscere moltissime tinte, alcune sgargianti, e fantasie di tessuto.
Un vestito ricamato a fantasie differenti dalle classiche righe o tinte unite era molto più costoso rispetto ad altro in quanto la lavorazione per stampare o ricamare le figure sulla stoffa era elaborata e, quindi, impiegava tempo di lavoro che, naturalmente, cucitrici, sarte e ricamatrici si facevano pagare.Questa profusione di fiorellini e ricami nelle vesti appese (e anche in quelle indossate dalle ragazze) è anche sinonimo del fatto che la sarta fosse piuttosto rinomata e lavorasse anche per persone abbastanza ricche da potersi permettere certe stoffe.
Osservate quante fantasie l'autore raffigura nella sua opera
Una cosa molto curiosa da notare, nell'abbigliamento delle donne, è il fatto che ciascuna di loro porti un fazzoletto o un copricapo in testa. Non tutti sono bianchi, certuni sono in fantasia, tuttavia non ce n'è una che non lo porti.
Gestualità
L'autore è riuscito, con la sua cura per i dettagli e la sua bravura di ritrattista, a riproporre al lettore l'atmosfera ciarliera e allegra delle molte donne che chiacchierano insieme, esprimendo preferenze e opinioni sui vari vestiti realizzati; è sufficiente guardare le gambe delle donne, accavallate per il lavoro per riconoscere un ambiente sereno, a differenza di altri quadri dove le impiegate sedevano chine con l'abito sulle ginocchia chiuse, saldamente unite in una posizione scomoda e innaturale, ma molto puritana.
Rocchetti e fili colorati che si possono trovare sul pavimento della casa, così come le due ceste di scampoli ai piedi delle ragazze (sotto il tavolo) e affianco alla padrona danno l'idea di un ambiente informale e sereno.
Riconoscere la couturiere, cioè la sarta, è facile in quanto è seduta in una posizione rialzata rispetto alle altre. Couturiere era il nome francese con cui venivano chiamate le sarte, rimase in voga fino all'Ottocento quanto fu soppiantato da un'altra parola francese: modiste (per alre info si veda il post Francesismi demodé e inglesismi trendy).
Altrettanto assorta nel suo abito è una delle due ragazze sedute sul lato lungo del tavolo, la sua compagna accanto, invece, fissa lo spettatore dritto negli occhi, l'ago, eppure le sue mani continuano ad operare, infatti l'ago sta tirando il filo del vestito che sta confezionando in un gesto automatico, ormai compito anche senza guardare.
Cari lettori spero che l'approfondimento sia stato interessante,
ci risentiamo presto,
baci
Mauser