Probabilmente i contemporanei di Vivaldi non avrebbero apprezzato la lentezza dell'esecuzione ma a me piace molto e, come si sente, a dispetto di quelli con la puzzona sotto il naso, piace anche al pubblico. Non è detto che i contemporanei capiscano tutto di un'opera d'arte, che è oggetto sfaccettato e capace di emanare senso anche a distanza di tempo e di spazio. E a me piace pensare che un'esecuzione dia più informazioni di noi stessi e del nostro tempo che dell'opera, la quale rimane tale e quale e ha bisogno di essere riletta tutte le volte che se ne senta la necessità e la bellezza; dopodiché essa ritorna nell'oscurità, pronta ad essere illuminata negli anni che verranno. A che serve un'opera d'arte, se non serve l'umanità? Questa la tradirà, come deve essere, ma solo per il tempo necessario a noi, al nostro stesso tradimento. Non ad altri. Neanche al suo stesso autore appartiene totalmente un'opera d'arte.