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La scheda di valutazione di un inedito: agenzia letteraria sì o no?

Creato il 13 dicembre 2010 da Sulromanzo

agenzia letterariaLa scheda di valutazione di un inedito da parte di un’agenzia letteraria è un servizio che permette a uno scrittore – esordiente o meno – di ricevere un giudizio critico dettagliato sulla sua opera. Non vi sono regole standard, o meglio, codificate, nel mare magnum dell’editoria italiana è possibile trovare numerose possibilità.

Quando Sul Romanzo ha scelto di sostenere economicamente l’intero progetto fondando un’agenzia letteraria ci si è chiesti quale tipo di servizi offrire che potessero essere utili e sulla base di quali parametri optare per una direzione piuttosto che per un’altra.

L’intento del seguente post è mostrare come sia difficile orientarsi per una persona magari dotata di ottima volontà, ma scoraggiata di fronte al limbo delle agenzie letterarie italiane. Non vi sono classifiche di qualità, non esistono comunicazioni ufficiali in tale senso, ma soltanto ufficiose (provate a leggere, fra i tanti esempi, alcuni commenti qui), e bisogna pur dire che le più note agenzie letterarie italiane non fanno nulla per abbattere il muro di gomma che attutisce e altera qualsiasi informazione che le riguarda.

 

Punto primo: la confusione domina, anche a volte fra gli stessi addetti ai lavori, che conoscono alcuni pertugi (traduzione: qualche agenzia letteraria perché vi è una collaborazione), ciò nonostante spesso ignorano altre realtà consolidate o comunque in fermento, oltre che serie e affidabili.

 

Nota personale, anche se credo importante, perché forse comune a non pochi imbrattatori di carte come me. Nel 2001, grazie a un amico, venni a conoscenza di un nome di un agente letterario che a quanto sembrava avrebbe potuto occuparsi del mio primo romanzo che avevo nel cassetto. Così, preso da giubilo e da curiosità, riuscii ad avere un contatto fruttuoso e spesi qualche soldo per farmi valutare, ero convinto di poter ricevere un giudizio positivo e speravo in una convocazione ufficiale che potesse introdurmi in qualche buona casa editrice. La scheda di valutazione, giunta dopo circa tre mesi, fu inequivocabile: il testo fu massacrato, la parola è idonea, massacrato. Ricordo che ci rimasi male per settimane, mi dicevo: «Come è possibile?! Ho lavorato per quattro anni su questo dannato romanzo per sentirmi dire che è tutto da rifare?». Stentavo a crederci, anche perché avevo speso soldi, tempo, energie, e mi ero illuso che fosse almeno un testo discreto. Non fu vano quel giudizio, mi aiutò a sviluppare un approccio differente verso quanto scrivevo, più critico, più severo, più attento. Mi ripetevo: «Hai solo 24 anni, c’è tutto il tempo per gestire meglio quel romanzo».  

 

Tornassi indietro, alla luce di ciò che ho fatto in seguito – dalle tante ore di scrittura ai contatti con diversi editor –, non avrei dubbi: spenderei ancora il denaro per tale servizio perché mi spronò a migliorare. Tuttavia devo ammettere che fui fortunato, trovai un agente letterario serio che lesse con grande attenzione il mio inedito fornendomi una scheda di valutazione assai dettagliata.

Eppure sono numerosi coloro che sostengono che le agenzie letterarie non servano a nulla, lestofanti con il desiderio di spennare i quattrini dei polli. Quante volte avete sentito dire frasi simili? Quante volte qualcuno vi ha parlato male degli agenti letterari? Io mi sono fatto un’idea precisa, precisissima direi: dopo avere ricevuto la scheda di valutazione che massacrò il mio romanzo passai mesi a parlare male delle agenzie letterarie con chi mi capitava a tiro su argomenti editoriali, era rabbia, era vendetta, era un atteggiamento ridicolo a dire il vero, parlavo male avendo ricevuto un’offesa interiore, o almeno ciò che io ritenevo un’offesa interiore, mettere in discussione il mio innato talento per la scrittura? (sto sorridendo) Ma stiamo scherzando o che cosa?! Buttai nel calderone tutti, un gioco facile, ma disonesto, oltre che poco costruttivo.

 

Negli anni ho avuto la fortuna di conoscere persone che hanno avuto rapporti professionali con agenzie letterarie, il più delle volte con soddisfazione. L’errore, a mio parere, è di voler puntare subito alle grandi case editrici, convincersi che la propria opera meriti di essere mostrata fra le dieci migliori novità della libreria, avere in mano un bestseller.

C’è di sicuro chi l’umiltà non la imparerà mai nella vita, però riconosco con onestà intellettuale che un serio agente letterario che massacra un romanzo inedito rappresenta un’occasione da sfruttare, regala un’opportunità per diventare umili e pazienti.

Per concludere questa faccenda personale (ho deciso di raccontarla perché sono sicuro che altri abbiano vissuto esperienze simili, anzi, se vi fa piacere, commentate il post spiegando magari le vostre esperienze, potrebbero essere utili ad altri), rimango convinto che una scheda di valutazione d’un inedito sia un’opportunità per migliorarsi.

 

Come scegliere la giusta agenzia letteraria? Come orientarsi fra i prezzi €€€, talvolta così diversi? Ne parleremo la prossima settimana, perché le cose si complicano, serve qualche parametro che cercherò di indicarvi.

 

[Fine prima parte]  


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