Università – Una delle “dieci idee per cambiare” di Bersani (l’idea denominata “Sapere”) è dedicata all’istruzione e alla ricerca. Per quanto riguarda l’università, il segretario del PD si propone di arrestare la flessione delle iscrizioni ai corsi universitari (non dice però come intende farlo). Le priorità di Renzi sono altre. Il rottamatore fiorentino vorrebbe dare maggiore autonomia alle singole università: nella visione di Renzi, le università italiane che vorranno attuare progetti di eccellenza didattica potranno decidere di alzare le tasse (saranno comunque previste delle compensazioni per i redditi medio-bassi). Un altro punto a cui Renzi tiene particolarmente riguarda l’erogazione – da parte di istituti bancari convenzionati – di prestiti agli studenti, per il finanziamento degli studi e delle tasse d’iscrizione.
Ricerca – Bersani dichiara che la ricerca e l’istruzione sono “gli strumenti più importanti per assicurare la dignità del lavoro e per combattere le diseguaglianze”. Il leader del PD ritiene che sia necessario promuovere la ricerca scientifica e la ricerca di base in ambito umanistico, e inoltre investire sulla ricerca avanzata “nei settori trainanti” e “a più alto contenuto d’innovazione”. Un proposito abbastanza generico, così come l’intenzione di “arrestare la sfiducia dei ricercatori”. Renzi, piaccia o no, si presenta in modo diverso e appare più concreto del suo rivale. Come in altri punti del programma, anche in questo la meritocrazia la fa da padrona. Il sindaco di Firenze vorrebbe rendere infatti più meritocratica l’erogazione dei finanziamenti alla ricerca, attraverso la messa a punto di un sistema di valutazione che favorisca la competizione tra università. In buona sostanza, secondo Renzi “i dipartimenti universitari che reclutano male devono sapere che riceveranno sempre meno soldi pubblici”. Con questo sistema, si vuole penalizzare le università che reclutano i ricercatori sulla base di “logiche familistiche e clientelari”. Il raggiungimento di questo obiettivo dipenderà ovviamente dal sistema di valutazione, cioè lo strumento con cui si misura il merito (e mettere a punto un simile strumento sarà certamente più complicato del previsto). Nel programma di Renzi ci sono anche incentivi fiscali per i contributi alla ricerca universitaria: detrazioni dalla base imponibile per le donazioni alla ricerca, e tassazione agevolata per chi investe negli spin-off universitari. Infine, si vuole istituire un fondo nazionale per la ricerca che sia gestito con criteri da venture capital.
Fecondazione assistita – Sulla bioetica Bersani ricorda la laicità del diritto e sottolinea che “su argomenti come la vita e la morte la politica deve conoscere il proprio limite”. Non è dichiarato esplicitamente, ma penso che Bersani alluda al testamento biologico e alla fecondazione assistita. Renzi è più chiaro: secondo lui, in materia di fecondazione assistita la legislazione attuale deve adeguarsi alla giurisprudenza italiana ed europea. In altre parole Renzi vuole rivedere la legge 40, che impedisce alle coppie fertili portatrici di malattie genetiche di accedere alla diagnosi preimpianto. Il sindaco di Firenze intende inoltre costituire un’autorità apposita sul modello della Human Fertilisation and Embryology Authority.
In conclusione, è difficile fare un confronto serio delle due proposte, principalmente perché Bersani è stato estremamente sintetico nel suo documento programmatico e di conseguenza non è possibile capire quali azioni concrete intraprenderà una volta salito al governo. Traspare un interesse abbastanza astratto nei confronti della ricerca e dell’istruzione universitaria (entrambe vanno supportate), mentre in materia di bioetica ci si deve attenere al principio della laicità del diritto. Renzi è più concreto praticamente su ogni punto: meritocrazia, maggiore autonomia per le università, prestiti agli studenti e agevolazioni fiscali per chi punta sulla ricerca. Quanto alla bioetica, anche qui Renzi è chiarissimo: la legge sulla fecondazione assistita va cambiata. C’è inoltre l’intenzione di creare un fondo nazionale per la ricerca e di istituire un’autorità apposita che supervisioni tutti gli aspetti legati al trattamento dell’infertilità e alla fecondazione in vitro. Chiudo dicendo che nessuno dei due candidati ha espresso un’opinione a proposito degli OGM, un altro importante punto di contatto tra scienza e società. Ecco, ora avete qualcosa di più concreto su cui basare la vostra scelta, nel caso in cui foste così temerari da decidere di partecipare alle primarie del centrosinistra.
- Il programma di Bersani
- Il programma di Renzi