Sudafrica. L’uomo scoprì il fuoco oltre un milione di anni fa
di Martina Calogero
Fonte: Archeorivista
Da oggi la quotata domanda “Quando l’uomo ha scoperto il fuoco?” ha una risposta in più, che potrà aiutare a una migliore comprensione delle tappe dell’evoluzione umana. Infatti, un’équipe internazionale di studiosi, diretti da Francesco Berna e afferenti alla Boston University, ha individuato nella grotta di Wonderwerk, in Sudafrica, i resti di un falò, databile a più di un milione di anni fa. Gli archeologi hanno affermato che tra le ceneri sono riconoscibili i resti di ossa di animali erbivori, fatto che lascia intendere che il fuoco sia stato acceso consapevolmente, benché non siano state riscontrate tracce di attività preparatorie. L’uso regolare del fuoco si faceva risalire, fino ad oggi, a circa 400 mila anni fa, anche se diverse scoperte (come la recente in Sudafrica) fanno pensare che alcuni popoli lo utilizzassero già tra i 700 mila e gli 800 mila anni fa.
Il ritrovamento, descritto dettagliatamente dalla rivista “Pnas”, pubblicata dall’Accademia di Scienze Americane, è stato commentato dal direttore degli scavi, Francesco Berna, che ha spiegato la compatibilità delle evidenze con la cottura dei cibi, particolarmente della carne, benché resti da dimostrare con sicurezza che le ossa non fossero gettate nel fuoco dopo il consumo di carne e midollo crudi. A questa linea di ricerca, gli studiosi stanno iniziando a lavorare analizzando le tracce d’uso su strumenti litici e ossa.
Infatti, l’uso del fuoco per cucinare i cibi è ritenuto il punto di svolta che ha spinto l’essere umano ad evolversi più velocemente poiché cuocendo i cibi si consumano meno energie per la digestione e si evitano diverse malattie. Per il team coordinato dall’archeologo italiano, questa costituirebbe la prova che a partire dall’Homo erectus sia stata adottata una dieta a base di cibi cotti e la ricerca proverebbe che l’uomo avesse una certa familiarità con il fuoco già un milione di anni fa. Questa ipotesi si basa su alcune testimonianze archeologiche considerate, però, ambigue poiché provengono da siti all’aria aperta in cui non si può escludere l’azione di incendi naturali. I ritrovamenti nella caverna di Wonderwerk sfatano, invece, molti di questi dubbi.