La scoperta dell'acqua calda

Da Superpantah




E' risaputo che gli americani di moto non capiscono una mazza. E che la BMW è invece la Casa motociclistica che più negli ultimi anni si è distinta per innovazione e capacità di apportare tecnologia.

A testimonianza di tutto questo, i teutonici hanno recentemente presentato la loro touring per eccellenza: sei cilindri in linea, 1600 di cilindrata, elettronica a secchiate... 319 chili a secco di peso. E a testimonianza della loro arretratezza alcuni rincoglioniti americani stanno invece allestendo quella che si chiamerà Motus MST e sarà la sport-touring a stelle e strisce. Una moto fatta a forma di moto, con due borse laterali, un cupolino protettivo e stop. Gli stessi 1600 cc di panciuta cilindrata, ma ricavati in modo molto rustico tagliando in due (con il seghetto?) un classico V8 automobilistico e costruendici attorno una moto tanto semplice da sembrare antiquata. Un telaio a traliccio bello come il sole, un motorone grosso e tanto ignorante che da sotto quella semicarenina semplice semplice pare ti dica "cazzo guardi?" ogni volta che ci butti un occhio... siamo proprio sicuri che siano fuori strada?


Siamo proprio sicuri che ci vogliano più di 3 quintali di moto per andare a più di 50 chilometri da casa? Forse il paragone con la K1600 non è proprio azzeccatissimo, lo riconosco... ma anche se la destinazione d'uso è più prettamente turistica rispetto a quella della Motus in fondo la cilindrata è quella, e proprio per questo mi è venuto in mente questo faccia a faccia che poi è una riflessione su quello che realmente ci è utile per andare in giro con soddisfazione in sella a due ruote.


La Motus sarà una moto vecchia appena verrà presentata. Il sito non parla di controllo elettronico di trazione, anti-impennata, anti-piacere di guida: è una moto e come tale andrà guidata. Duecentoquaranta chili di ghisa americana, e cazzi di chi non saprà come gestire i quasi 17 chilogrammetri di coppia a 4500 giri accoppiati agli stessi 160 inutilizzabili cavalli di potenza massima del motore tetesko.


Siamo sempre e comunque nell'ordine del "troppo", ma io in questa Motus riconosco di nuovo la Moto con la M maiuscola, qualcosa che mi ricorda che in fondo esiste ancora l'essenza del concetto e che basta che qualcuno abbia la voglia di tirarla di nuovo fuori. Probabilmente sono stanco del "troppo", e in questa moto rivedo in qualche modo, pur se con le dovute proporzioni e alle dovute distanze, le vecchie Ducati ST e quello che mi sarebbe piaciuto fossero diventate. Moto turistiche senza strabordi, con un motore semplice, affidabile e economico nei consumi, e con una ciclistica classica ma comunque funzionale. Provate a pensare a quella Motus con un Desmo2 in mezzo al traliccio e ditemi se non vi viene da piangere a pensare che oggi l'acqua calda la scoprono gli americani...

Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :