La Scoperta della Farina

Creato il 16 luglio 2012 da Larivistaculturale @MePignatelli

Nel 21° secolo è ancora possibile scoprire cose completamente nuove, che permettono di riscrivere la storia dell’Uomo.

Era finora opinione corrente che le popolazioni nomadi di cacciatori-raccoglitori del Paleolitico superiore fossero essenzialmente carnivore.

Ma il rinvenimento in Toscana, a Bilancino nel Mugello, di un macina e di un macinello-pestello e la presenza su di questi di granuli di amido, certificano, grazie alla datazione con il Carbonio14, che le piante erano usate nella dieta alimentare dell’uomo già 30 000 anni fa.

L’Uomo quindi, già Trentamila anni fa, non era solo carnivoro.

Questa scoperta, di Biancamaria Aranguren della Soprintendenza per i Beni Archeologici per la Toscana e Anna Revedin dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria, rappresenta la più antica testimonianza diretta non solo dell’uso alimentare delle piante ma soprattutto di una vera e propria “ricetta” per la preparazione di un cibo di origine vegetale a base di farina di Typha sp (tifa).

Gli archeologi hanno voluto sperimentare direttamente la preparazione di un cibo fatto con farina di tifa, raccogliendo i rizomi, seccandoli, macinandoli ed infine preparando e cuocendo delle “gallette” di tifa su di un focolare ricostruito come quello scoperto negli scavi di Bilancino, che sono risultate di gusto gradevole.

Le ricerche interdisciplinari, che hanno coinvolto numerosi specialisti come geologi, sedimentologi, petrografi, botanici, specialisti in tecnologia litica, informatici, hanno permesso di delineare  la storia di Bilancino: si tratta di un accampamento stagionale di 30.000 anni fa che veniva frequentato nel periodo estivo per la raccolta e la lavorazione delle erbe palustri.

Le implicazioni di questa scoperta sono sotto molti aspetti rivoluzionarie: per la prima volta l’uomo aveva a disposizione un prodotto elaborato facilmente conservabile e trasportabile, ad alto contenuto energetico perché ricco di carboidrati complessi,  che gli permetteva di avere maggiore autonomia soprattutto in momenti critici dal punto di vista climatico e ambientale.

Inoltre l’abilità tecnica necessaria per la produzione di farina e quindi per preparare un cibo, tipo gallette o una farinata, non risulta  più legata allo sfruttamento intensivo dei cereali nel Medio Oriente e alla conseguente nascita dell’agricoltura nel Neolitico, ma era già acquisita in Europa da lungo tempo.



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