Credo sia importante ricordare il momento della scoperta della tomba traendolo dallo scritto "Tomba Etrusca della Montagnola" di Marcello Mannini e Frido Chiostri, due degli scopritori. "Alla profondità di sette metri e a dodici metri di distanza dal centro della collina, ecco apparire sotto lo strato di argilla compatta un ammasso di grosse pietre di alberese e terriccio, e i primi frammenti di metallo corrosi dall'ossidazione. Erano i primi elementi dopo mesi di lavoro, a convalidare la certezza della natura artificiale del tumulo e testimonianza certa di come l'uomo avesse operato per elevare questo eccezionale riporto di terra e sassi. A questi primi frammenti si aggiunsero lamine di rame, di osso e di oro, insieme a resti di piccoli vasetti in cotto, evidentemente collocati, come poi risultò, al margine esterno di una delle camere sepolcrali che componevano la costruzione sotterranea. Forzando infatti alcune grosse pietre che apparivano alla vista, fu possibile penetrare la mattina del 24 giugno 1959, nell'interno dell'ipogeo costituito da tre camere dispostea forma di croce, le cui caratteristiche, nonostante la terra che occupava quasi metà dell'altezza degli ambienti, indicavano già il valore della scoperta in quantociò che si vedeva rivaleggiava e superava in importanza con le più grandiose costruzioni funerarie del Cortonese e del Volterrano populoniese appartenenti al VI-VII secolo avanti Cristo".
Credo sia importante ricordare il momento della scoperta della tomba traendolo dallo scritto "Tomba Etrusca della Montagnola" di Marcello Mannini e Frido Chiostri, due degli scopritori. "Alla profondità di sette metri e a dodici metri di distanza dal centro della collina, ecco apparire sotto lo strato di argilla compatta un ammasso di grosse pietre di alberese e terriccio, e i primi frammenti di metallo corrosi dall'ossidazione. Erano i primi elementi dopo mesi di lavoro, a convalidare la certezza della natura artificiale del tumulo e testimonianza certa di come l'uomo avesse operato per elevare questo eccezionale riporto di terra e sassi. A questi primi frammenti si aggiunsero lamine di rame, di osso e di oro, insieme a resti di piccoli vasetti in cotto, evidentemente collocati, come poi risultò, al margine esterno di una delle camere sepolcrali che componevano la costruzione sotterranea. Forzando infatti alcune grosse pietre che apparivano alla vista, fu possibile penetrare la mattina del 24 giugno 1959, nell'interno dell'ipogeo costituito da tre camere dispostea forma di croce, le cui caratteristiche, nonostante la terra che occupava quasi metà dell'altezza degli ambienti, indicavano già il valore della scoperta in quantociò che si vedeva rivaleggiava e superava in importanza con le più grandiose costruzioni funerarie del Cortonese e del Volterrano populoniese appartenenti al VI-VII secolo avanti Cristo".