La Scozia di Lucia: conoscere Edimburgo

Creato il 16 ottobre 2013 da Auroradomeniconi

La capitale della Scozia, Edimburgo, accoglie sempre un gran numero di turisti e appassionati, ma in occasione di alcune manifestazioni e celebrazioni tipiche sembra che tutto il mondo si riversi lungo le strade della città. Così è, per esempio, durante il Fringe e il Military Tattoo, che richiamano davvero gente da ogni dove. Nonostante la difficoltà di districarsi tra la folla, Lucia riesce comunque a districarsi in città per presentare a suo nipote alcuni posti caratteristici della capitale scozzese. Seguiamola in questo nuovo racconto per la raccolta “Scotland, my love”.

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Stamattina si parte per Edimburgo!

Dopo aver parcheggiato in un anonimo, tenebroso e sporco parcheggio in centro a Edinburgh, ci siamo riversati sul Royal Mile. Lì, ogni atomo dell’aria, ogni atomo dell’asfalto dei marciapiedi, della strada, degli edifici, parlava solo di lui: il Fringe, il festival degli artisti di ogni ambito espressivo e di ogni provenienza geografica, sociale, di ogni abilità e di ogni colore.

Il Royal Mile era una fiumana interminabile di persone. Si faceva molta fatica a procedere col passeggino e bastava un passo in meno per perdersi di vista. Ci voleva molta concentrazione per restare vicini tra di noi, in mezzo alla gente che sgomitava, entrava nella nostra rotta o che cercava di farsi strada tra la folla. Quasi mancava l’ossigeno, a causa della calca. Comprendo perchè in tutta Edimburgo non ci fosse stato un solo posto libero per dormire! Sinceramente non sono molto attratta dalle performance di strada, a meno che non si tratti di cornamusa, per cui cercavo solo di procedere, di trovare il mio passaggio tra la folla e di vegliare sull’incolumità del bambino.

A rigor di verità, Edimburgo non parlava solo di Fringe, ma anche di Royal Military Tattoo. Desideravo vederlo, ma sapevo essere carissimo. Tuttavia ero nella capitale scozzese e avrei avuto la possibilità di assistervi, per cui ho deciso di andare almeno a chiedere informazioni, giusto per non aver rimorsi in seguito. Così ho fatto una corsa al Tattoo office, giù per le scale, da North bridge fino alla Waverley Station. Dopo una lunghissima coda, al bancone mi sono sentita dire che avevano tre posti, ma non vicini; mi hanno consigliato di tornare poco prima dell’inizio dello spettacolo; forse sarebbero riusciti a trovarli vicini. Il biglietto andava da £26 a circa £56. Costoso, ma non impossibile, se fossi riuscita a trovare quello da meno (erano gli ultimi giorni in Scozia e potevo azzardare una spesa più cospicua).

Abbiamo girato Edimburgo, mostrandola al mio nipotino: il Royal Mile e i suoi cortili interni, il bar dove J.K. Rowiling ha scritto il suo capolavoro, “Harry Potter”, che ho letto e riletto e in cui mi sono immedesimata completamente. Lo leggevo in inglese, appena veniva pubblicato perchè non avrei potuto attendere la traduzione in italiano, sul mercato solo dopo sei lunghissimi mesi! Il mio personaggio preferito di Harry Potter è Hermione, la streghetta innamorata dei libri e assetata di conoscenza, leale e disponibile; i miei ex alunni mi dicevano di vedermi bene nei panni della professoressa Mc Grannit. Beh! Mi è andata bene. Mi sarei fatta delle domande sulla mia professionalità, se mi avessero vista come Hagrid, il gigante buono che vive nella capanna di fronte alla foresta proibita o come quella prof stralunata che insegna chiromanzia! Faticavo, una volta chiuso il libro, a realizzare che Hogwarts fosse solo il regalo di una splendida fantasia, quella della geniale J.K. Rowling.

(Piccolo inciso. Qualche anno fa, mentre passeggiavo per le vie di Mallaig, nelle Western Highlands, svoltato un angolo mi sono trovata vis à vis con l’Hogwarts express, The Jacobite steam train, per i non appassionati di Harry Potter. Pensavo d’impazzire di gioia per il fortuito incontro. Era in partenza e ci sono voluta salire per provare l’ebrezza di stare sull’ “Hogwarts express”. Non riuscivano più a farmi scendere. I bigliettai me l’hanno dovuto ripetere più di una volta)!

Insomma, ho portato mia sorella e Gabri a vedere il bar dove la scrittrice ha dato vita a Harry Potter e i suoi compagni di stregoneria, l’Elephant house; li ho portati a vedere la statua di Greyfriars Bobby, il cagnolino che ha fatto la guardia alla tomba del padrone per 14 anni, fin quando anche lui non ha spirato l’ultimo respiro commuovendo l’Edimburgo dell’Ottocento e le generazioni successive. Anche me, ovviamente! Dove c’è da versare qualche lacrima, io non manco mai. Presente!

Abbiamo passeggiato per i Princess street gardens, tra il verde e la gente che si riversava sull’erba, tra i fiori e gli alberi. Gabriele impazziva per gli autobus a due piani.

Continua…

Photo Credits: Lucia Tysserand

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