Vi ricordate la gita che Lucia ha fatto a Reef beach? Dato che per lei non è insolito ricevere l’invito a condividere un’uscita insieme al padrone di casa, oggi la seguiamo in un’altra avventura in barca che la porta alla volta di Bayble bay. E grazie alla raccolta “Scotland, my love” scopriamo anche un’altra passione tutta scozzese di Lucia.
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Stamani non tirava vento. Il paesaggio appariva calmo e pacato. Il mio sguardo fuori dalla finestra: il mare a Bayble bay era un’insolita tavola. Sembrava irreale. Mai visto così calmo! Scrutavo la superficie dell’acqua e non intravedevo movimenti, neanche minimi.
Il nostro landlord ci ha comunicato che avrebbe approfittato della calma del mare per andare a pescare e ci ha chiesto se fossimo andati in barca con loro a fare il giro della baia, circumnavigando gli scogli che vi stanno nel mezzo. Certo che veniamo. Al mal di mare, ci avrei pensato quando si fosse presentato (memore di quello dello scorso anno).
L’acqua del mare era intensa e densa d’azzurro. Sorreggeva la barca, cullandola come un petalo bianco di un fiore che riluce sotto i baci del sole. L’aria era tiepida e piacevole e la barca scivolava su quella superficie morbida e vellutata. Mi sentivo contenta di essere lì e lo ero ancora di più perché delle persone a cui sono affezionata ci avevano chiesto di andare con loro. Era interessante osservare la collina dal mare e vedere la nostra casa piccola piccola, proprio sulla cima. Mi trovavo nell’acqua della baia che osservo tutti i giorni dalle finestre di camera, praticamente l’opposto dell’ordinario e allora mi vedevo piccola piccola, immaginandomi dalle finestre di casa. Navigando sotto i due isolotti in mezzo alla baia, abbiamo visto tutte le nidificazioni degli uccelli marini sugli scogli e li abbiamo osservati mentre la barchetta procedeva lenta e silenziosa. Abbiamo visto come le scogliere dalla parte del mare aperto siano prive di nidi, perché lì gli uccelli non si riparerebbero dal vento e soprattutto dalle onde che s’infrangono sulle rocce.
Osservavo l’acqua del mare e cercavo di scorgerne la vita sotto la superficie, cosparsa da uno strano strato d’olio. “Strano che l’inquinamento sia arrivato qui! Non esistono fabbriche nel raggio di migliaia di miglia!”, ho pensato. Non era olio di scarico industriale, ma olio di mackerel, un pesce che abbonda in quelle acque!! Non sapevo che i mackerel, gli sgombri, lasciassero dell’olio sull’acqua!
E’ stata una “passeggiata” molto piacevole, insolita e rilassante nel mare di casa nostra.
Dopo questa piacevole e rilassante “passeggiata” nel silenzio vellutato della baia di Bayble, mi sono diretta “to town” per avere delle dritte su come usare il practice chanter, attività decisamente meno rilassante, visto il mio stato d’animo avvolto nell’imbarazzo più totale! Risultato della lezione: alcuni ottimi consigli su come procedere, la pazienza del mio amico che mi ha dato le dritte, messa a dura prova dalla mia imbranataggine e un imbarazzatissimo video in cui, per almeno un paio di minuti, tento di gonfiare la sacca di una cornamusa, senza successo, naturalmente, e la gente intorno a me ripiegata in due dalle risate!!! Non resta che ridere anche a me!
Continua…
Photo Credits: Lucia Tysserand
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