In una giornata dedicata alla scoperta di South Harris, Lucia è arrivata fino alla chiesa di St Clement’s sulla punta meridionale dell’isola. Oggi nella raccolta “Scotland, my love” percorriamo insieme a lei la strada del ritorno vero Stornoway, guidando lungo la single track road denominata Golden Road.
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Il bordo della collina era ricoperto da una sfilata di thistles. Erano bellissimi, pieni, enormi e fortemente suggestivi, se ci si abbassava e si guardava – e si fotografava – si vedeva il mare attraverso le sue spine. I cardi fioriti, di color viola chiaro contrastavano col mare azzurro intenso della baia e si ergevano possenti in alto come re della spiaggia. Il paesaggio intorno appariva sereno e ridente e anche io mi sentivo contenta. Quando ero sulla collina erbosa, circondata da una vegetazione che mi ricordava lontanamente quella mediterranea, mi ha assalita la mia solita inseparabile malinconia.
Avrei voluto condividere quelle sensazioni con altre persone, oltre che con mio marito che faticava a stare al mio passo e mi stava sempre a diversi metri di distanza. Mi sembrava un peccato che solo io potessi vivere quella situazione piacevole, baciata dal tiepido sole il cui calore era smorzato da un delicato venticello, in mezzo ai cardi, davanti alla baia azzurra che emanava un fortissimo odore di seashells. Ho pensato ai miei cari in Italia, che soffrivano al bollore italiano e mi sono sentita quasi egoista ad essere sola lassù. Avrei voluto esser dotata di poteri magici per trasportarli tutti lassù con me e magari restare a mangiare in quell’albergo e godersi il tramonto sul mare.
Solo che la Scozia non rientra tra le mete di vacanza di coloro che avrei voluto con me e mi son detta che non dovevo esser malinconica per loro e che dovevo godermi la mia Terra che con tanti sacrifici mi sono guadagnata. Imposto la mia vita per permettermi di vivere la Scozia per un breve periodo in estate. In inverno ci priviamo di molte cose pur di risparmiare anche qualche centesimo per venire in Scozia; per cui, aiutata da Paolo, mi godo la vacanza che desidero, nella terra dei miei sogni.
Sono ritornata quindi a gioire per il paesaggio, a respirare l’odore di salsedine e a esultare per quel senso di pace e di tranquillità che lì c’era. Sono sincera però! La malinconia non mi aveva abbandonata del tutto. C’era sempre quel leggero senso di noia che mi continuava a mandare messaggi. Sono stata brava: li ho ignorati!
Da Rodel, abbiamo deciso di risalire l’isola, per poi tornare a Stornoway, lontana almeno 2 ore. Avevamo precedentemente deciso di percorrere la Golden road, una strada che s’inerpica tra sassi e rocce, tra brulle brughiere. Si sale e si riscende, si va verso il cielo, ci sembra di poter afferrare le nuvole, ma subito dietro la curva, ci troviamo sul bordo di un lago, o in mezzo al niente, in mezzo a quello che si potrebbe definire con un giudizio affrettato, desolazione totale. Il paesaggio di Harris fa quest’impressione, specialmente a chi la vede per la prima volta. La single track road si snoda tra massi e attraversa anche dei villaggi in cui vivono persone che sicuramente hanno un’economia di sussistenza e a cui va tutta la mia ammirazione. Per loro la vita è sicuramente più faticosa che per me!
Non siamo arrivati a Tarbert, abbiamo girato prima, perchè volevamo tornare a Luskentyre per scattare qualche foto con la marea che si alzava e a Seilebost. C’era il sole e i colori del mare e del cielo erano chiari e brillanti, per cui, quale occasione migliore si offriva per scattare delle foto che nei nostri giorni invernali, ci avrebbero aiutati a ricordare gli odori e le sensazioni legate agli angoli scozzesi ritratti.
A Luskentyre la marea aveva già ricoperto il letto della baia e ahimè, la magia del gioco dei colori era stata ricoperta da uno strato turchese di acqua. Era molto bello, ma niente a che vedere con le armoniche strisce di sabbia che s’intersecano con gli strascichi della precedente marea, tinti dai colori del cielo, delle nuvole, dell’erba e della magia scozzese.
Seilebost invece è stato uno spettacolo stupendo, unico e incredibile! Non credevo ai miei occhi, all’incantesimo di colori e di contrasti, di sabbia, di machair e di mare. Ero incantata di fronte a uno spettacolo della natura come quello regalatoci da Harris quel pomeriggio. La luce del sole illuminava Luskentyre e Seilebost, e i loroi colori filtravano la gioia dei miei sensi. Io m’illuminavo e mi riempivo di quella bellezza infinita e delicata, accarezzata dal vento e dagli sguardi affascinati dei miei occhi e di tutte le persone che si fermavano in quell’angolo di strada per ammirare la magnificenza di quel pezzo di Scozia.
Hanno ragione le guide turistiche a classificare Luskentyre/Seilebost, come la quarta spiaggia più bella d’Europa. Spiagge di sabbia bianca che si tuffavano nel turchese sfumato del mare, isole di sabbia candida quasi ricoperte dall’alta marea e il machair dal dolce profilo che regalava contrasti d’autore che solo la natura scozzese può creare, a tratti con il mare e a tratti con la sabbia. Le colline sullo sfondo proteggevano tutta quella meraviglia. Ne ero estasiata. E ora tutta quello splendore è dentro di me.
Continua…
Photo Credits: Lucia Tysserand
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