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Dopo un’attesa relativamente lunga, mi ha aperto una signora che mi ha squadrata dall’alto in basso e mi ha guardata in modo molto sospettoso, con sguardo impassibile ed indagatorio! Tutto il contrario di come ricevono gli Scozzesi! Eccoci! Quello che non volevo! Ormai c’ero però e dovevo spiegare! Ho cercato di superare me stessa in formule di cortesia e le ho riferito che mi avevano detto di rivolgermi a quella casa per andare a Taransay. La signora mi ha guardata con aria ancora più rigida e manteneva lo sguardo fisso su di me. Volevo sprofondare! Successivamente ha cominciato a scuotere la testa e a dire che non sapeva nulla di questa storia. Io non sapevo che cosa dire, tanto mi sentivo imbarazzata.
Quella signora poi è andata via lasciandomi lì. E’ andata a chiedere a qualcuno in un’altra stanza se avesse saputo qualcosa delle gite per Taransay. E’ ritornata dicendomi che loro hanno comprato la casa da un anno e che non fanno più queste gite. Le facevano i proprietari precedenti perchè erano anche i proprietari di Taransay. Ho ringraziato, mi sono nuovamente scusata, ho abbandonato l’idea di visitare quell’isola e con mio marito mi sono diretta a sud.
Abbiamo proseguito finchè non abbiamo raggiunto Scarista, l’immensa, the neverending Scarista (pronunciato Scàrista). Ci siamo fermati sulla strada, non ci siamo inoltrati sulle sue sabbie, per cui ciò che abbiamo visto era un po’ limitato, ma sufficiente per poter esultare di meraviglia. Anche questa volta, i contrasti di colori hanno creato un capolavoro!
Il fenomeno “fenomenale” a cui mi riferisco, è la marea, una marea che si alzava molto velocemente. Come faccio a rendere l’idea? Ecco un esempio: il tempo di scattare una foto a un punto del letto del mare, che la marea già si era alzata. Nella foto successiva già c’era molta acqua in più. In cinque minuti, l’intero letto del mare, che era solo sabbia quando siamo arrivati, era ricoperto da molti centimetri d’acqua.
Era ora di proseguire la nostra gita verso sud, verso la chiesa di St Clement’s.
Photo credits: Lucia Tysserand
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