“Caro dottore...”
Da sempre la scrittura ha rappresentato un mezzo per “buttare fuori” le emozioni negative (dolore, rabbia, frustrazione). Basti pensare ai diversi scrittori e poeti di un tempo, come Kafka, Pascoli, Petrarca, che partirono dal proprio dolore per arrivare a definire le loro composizioni. Anche oggi, in molte terapie, la scrittura viene utilizzata per liberare emozioni che, se non esternalizzate, rischiano prima o poi di esplodere o di implodere a seconda dei casi. In questo senso risulta molto terapeutico scrivere un blog, delle lettere o un diario dove raccontare la propria vita. Usata in questo modo, la scrittura diventa un portentoso strumento di rielaborazione e di dialogo interno che, oltre a fermare i pensieri che nella nostra mente vagano sparsi e in modo confusivo, permette di “riversarli” su un foglio, favorendo un sano distacco dalle forti emozioni e al tempo stesso un effetto liberatorio.