La scrittura nuragica e il corno asimmetrico del Faraone Ramses III. Tori 'celesti' divini e tori infernali.
Creato il 10 maggio 2012 da Zfrantziscu
di Gigi Sanna
Del Bue o Toro Api egiziano
ci parlano, come si sa, Erodoto (VI -V sec. a.C.), Manetone (III sec. a.C.),
Diodoro Siculo (I sec. a.C.), Plutarco (I -II sec. d.C.), Eliano (II sec.
d.C.), Ammiano Marcellino (IV sec.
d.C.), San Girolamo (IV sec. d.C.) ed altri ancora (1).
Dalle fonti classiche sappiamo
che il Toro Api (ἄπις in gr. e h'p.j in egiz.) era un bue del
tutto singolare in quanto si distingueva per particolari caratteristiche
fisiche come ad es, quelle descritte da Erodoto: l'essere tutto nero, con una
macchia bianca di forma quadrangolare sulla fronte, con una seconda macchia sul
dorso somigliante ad un'aquila, con una coda col ciuffo bipartito ed uno
scarabeo disegnato sotto la lingua. Oppure quelle descritte da Ammiano
Marcellino che ci parla di un bue con il crescente lunare sul fianco destro (latus
dexterum), nero con il ventre bianco, la punta della coda bianca, le zampe
bianche.
Altre iconografie, tratte dai
disegni del Bue Api nei geroglifici egiziani, ce lo presentano con altri particolari
ancora. Nessuno degli autori suddetti però, da quanto sappiamo, fa menzione
circa la straordinarietà (e talvolta la 'mostruosità')delle corna dell'animale. Oggi però una foto
(2) del tempio di Karnak in Luxor riguardante un bellissimo
affresco (fig. 2) del Faraone Ramses III (3)ci fa capire che il Bue Api, che in fondo era
lo stesso Faraone Ra Ka ovvero il figlio del'toro solare' (4), aveva con ogni
probabilità la caratteristica più importante nell'asimmetria e nella
straordinarietà delle sue corna [sighi a lèghere]
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