La scuola dei grandi: il mio primo colloquio

Da Contofinoa3
Ieri c'è stato il primo colloquio con le maestre della scuola elementare ed è emerso un panorama molto preoccupante (dal tono della voce...). Io, in piedi, dietro due banchi, con settanta borse, zaini, zainetti, agenda, acqua cascanti; loro, sedute, dall'altra parte... come due lati... quelle famose rette parallele che si incontrano solo all'infinito...  Vabbé, lasciamo stare. Sono uscita, coda tra le gambe, sentendomi una bella merda. Perché mio figlio è piccolo (!), stanco (!), timoroso di sbagliale (!) = elenco dei "problemi" che "non so tanto come dirLe, Signora..." Dimenticavo: "Per carità, nulla da dire... è molto educato!".  Sti cazzi... almeno quello è ok :)
Ora. Mi convinco, sì, ne sono certa... visto come sono fatta (abbastanza dimmmmmmerda, per certi versi) che devo solo "imparare" il tono e la modalità comunicativa abituale nella scuola "dei grandi". Francesco ha due bravissime maestre... Ne sono certa, e lo ripeto anche a lui... Mi abituerò che si impara esclusivamente guardando le cose che non vanno anziché quelle che vanno, che questo è un modo, un linguaggio ma che non è la sola verità. Imparerò da qui per compensare a casa.  Ve lo posso dire? Da sempre a casa nostra si parla del "bello"... anche perché se in questo non ci fossimo impegnati, qualcuno dei miei figli sarebbe volato certamente dal balcone (per mano dei genitori e/o di altri fratelli). E, certo, a casa nostra si parla di studiare anche a 51 e 40 anni e ci si entusiasma, tutti, per le nuove scoperte e conoscenze. La scuola è moooooooooolto importante; la serenità lo è di più.... Me ne batto i coglioni del terrorismo che ho respirato ieri: "Signora, sarà un anno da incubo, per tutti voi... perché non ce la farà a tenere il passo". Vado a cercare la foto scattata da Giulia questa estate, me la guardo e riguardo.... e mi rassereno :)

foto Loretta Campomaggi