La scusa dell'utopia

Creato il 03 settembre 2011 da Andreacusati
Nel mio ultimo video cercavo di sciorinare e condividere con voi tutte le riflessioni che mi ha portato l'aver conosciuto il Project Venus (progetto che ipotizza una società senza denaro nè scambio di alcun tipo ma fondata unicamente sui bisogni degli esseri umani) e l'aver condiviso le sue teorie con varie persone. Come dicevo quel che mi ha colpito di più è il rifiuto dell'idea attraverso la parola UTOPIA. Addirittura una persona mi ha detto che sono stati tentati più volte esperimenti di società differenti e sono tutti falliti. A parte che mi piacerebbe sapere di che esperimenti parla e comunque anche se fosse vorrei sapere perchè sono falliti, una cosa può fallire per tanti motivi ma non è detto sia stupida o sbagliata oppure può essere fatta fallire come la lunga lista di persone uccise perchè cercavano di fare qualcosa di rivoluzionario per gli esseri umani e qualcuno non poteva permetterlo perchè ciò avrebbe minato i suoi interessi. La scusa più bella resta l'utopia.
 
Cerchiamo scuse perchè non siamo capaci di vedere oltre le quattro mura mentali in cui ci hanno rinchiuso sin dalla più tenera età, siamo come il fumatore che senza rendersene conto cerca scuse rimandando il giorno in cui smetterà di fumare all'infinito.
Anche i più rivoluzionari, da Beppe Grillo al Fatto Quotidiano, non sanno dedicare un post del blog o una pagina di giornale all'ipotesi seria di una società diversa che scinda completamente da questa che è fallimentare.

Dobbiamo prendere quello di buono che c'è dalle cose create. Il Movimento 5 stelle e il Fatto Quotidiano, ad esempio, sono due realtà che, a prescindere dal fatto se piacciano o meno, hanno dimostrato una cosa di fondamentale importanza su cui si dovrebbe battere più il martello per infilarlo in testa alle persone che non sanno vedere due dita oltre il loro naso: hanno dimostrato che un giornale può stare in piedi alla grande senza i finanziamenti statali e che un partito può autosostenersi senza finanziamenti ai partiti crescendo solo con la pubblicità dei suoi volontari su internet.
Queste erano cose che qualcuno dava per utopiche!
Ci hanno talmente infilato in testa il concetto del dare e avere da basarci tutta la nostra vita, io stesso ho sempre pensato che i rapporti umani di amicizia e amore fossero un dare e un avere. Invece mi rendo conto che possono essere molto altro e molto di più che un misero scambio di sentimenti.
Sono costretto a stare lontano dalla donna che amo e sarò costretto a star lontano da miei futuri figli per gran parte della mia vita per stare su un posto di lavoro dalle otto alle nove ore giornaliere. Sono stato costretto ad allontanarmi, per gran parte della mia infanzia, dai miei genitori per andare a imparare cose che oggi informandomi su internet scopro oltretutto essere una marea di cazzate (come la storia dell'unità d'Italia ad esempio, festeggiamo una cosa su cui ci hanno mentito per anni e non sappiamo nulla di questo evento storico). Sono stato costretto a fare un anno di servizio militare io che odio la guerra e non la combatterei mai, perdendo un anno di lavoro e di rapporti a cui tenevo senz'altro di più. Sono stato costretto a piangere perchè non ho i soldi per comprarmi casa. Sono stato costretto ad avere la patente, l'automobile e a spendere soldi per fare benzina. Sono costretto ad aprire un conto in banca. Sarò costretto a non andare in pensione o ad andarci quando qualcuno decide che io non sia più in grado di lavorare. VAFFANCULO CAZZO!

Man mano che scrivo monta la rabbia... la rabbia che mesi fa diede vita a questo blog.
NOI SIAMO COSTRETTI SEMPRE! Siamo schiavi e tutto quello che sappiamo fare è concederci la scusa dell'utopia e scannarci fra di noi su un'idea di possibile società diversa con termini tipo: utopico, qualunquista, populista!?
Siamo una massa di stronzi paraculi, siamo vigliacchi e inconcludenti, siamo il fondo del prodotto umano che potevamo toccare. Schiavi senza catene che non sanno gioire all'idea di poter essere liberi, di provare un sentimento senza tornaconto o solo perchè ci viene di provarlo, di poter essere ciò che siamo senza barriere, di poter avere tutto quello che c'è al mondo a costo zero, di potersi concedere di vivere e non di sopravvivere.
Attendiamo la morte pensando a un Aldilà di pace e amore coi nostri congiunti e poi abbiamo paura di morire. MA VI RENDETE CONTO?!
Siamo gli eterni spaventati che hanno paura di perdere la vita terrena e anche quella ultraterrena.
Abbiamo bisogno di scuse per non fare, di scuse per non sentire che forse abbiamo sbagliato qualcosa, di scuse per darci un motivo, di scuse per non guardarci in faccia allo specchio, di scuse per non guardarci neanche dentro, di scuse del cazzo dalla mattina alla sera.

Ed ecco la scusa dell'utopia che riesce a non farci realizzare il semplice pensiero che in una società tutta al contrario della nostra le persone, pensando a una società come la nostra, direbbero: "Noi che ci riduciamo così?! Ma daaaai, è UN'UTOPIA!"
"Seconda stella a destra
questo è il cammino
e poi dritto, fino al mattino
poi la strada la trovi da te
porta all'isola che non c'è.
Forse questo ti sembrerà strano
ma la ragione
ti ha un po' preso la mano
ed ora sei quasi convinto che
non può esistere un'isola che non c'è
E a pensarci, che pazzia
è una favola, è solo fantasia
e chi è saggio, chi è maturo lo sa
non può esistere nella realtà!....
Son d'accordo con voi
non esiste una terra
dove non ci son santi né eroi
e se non ci son ladri
se non c'è mai la guerra
forse è proprio l'isola
che non c'è. che non c'è
E non è un'invenzione
e neanche un gioco di parole
se ci credi ti basta perché
poi la strada la trovi da te
Son d'accordo con voi
niente ladri e gendarmi
ma che razza di isola è?
Niente odio e violenza
né soldati né armi
forse è proprio l'isola
che non c'è.... che non c'è
Seconda stella a destra
questo è il cammino
e poi dritto, fino al mattino
poi la strada la trovi da te
porta all'isola che non c'è.
E ti prendono in giro
se continui a cercarla
ma non darti per vinto perché
chi ci ha già rinunciato
e ti ride alle spalle
forse è ancora più pazzo di te."

(Edoardo Bennato - L'isola che non c'è)

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