La serata conviviale con ERMANNO BENCIVENGA

Creato il 16 ottobre 2010 da Caffeletterariolugo
La bella serata di ieri sera con il filosofo Ermanno Bencivenga, ha aperto gli incontri conviviali di quest’anno del nostro Caffè Letterario. Serata filosofico-gastronomica dunque dove Bencivenga ha presentato il suo ultimo libro di brevi racconti filosofici “Parole in gioco” edito da Mondadori pochi mesi or sono. A introdurre il tema della serata che ovviamente verteva sulla “parola” e il “linguaggio” è stato Giovanni Barberini, coadiuvato, durante le varie portate della cena dallo scorrere sullo schermo gigante della sala di tanti aforismi e sentenze di grandi filosofi del passato a cominciare da Socrate fino ad Heidegger. Bencivenga ha poi letto e commentato alcuni dei suo racconti puntualizzando, come fa capire il titolo del suo libro, che la filosofia in fondo è un gioco e che come tale comporta anche qualche rischio. “I bambini quando giocano si possono anche far male, e quindi dobbiamo sorvegliarli ma non per questo dobbiamo impedirgli di giocare perché è attraverso il gioco che impareranno qualsiasi cosa mai faranno nel futuro. Ogni cosa che noi oggi facciamo sul serio, l’abbiamo un giorno imparata giocando.” Filosofia quindi come gioco in cui in gioco siamo noi stessi. Gioco che ci deve aiutare a capire noi stessi e il mondo in cui viviamo; gioco pericoloso è vero, ma è la stessa filosofia che ci aiuta ad immunizzarci dai pericoli aiutandoci ad utilizzare quell’alfabeto e quella grammatica che ci permette di gestire i rischi del pensiero. Altro tema trattato da Bencivenga è stato quello della filosofia vista come un bene pubblico. Secondo il filosofo calabrese uno dei grandi errori della filosofia contemporanea è quello di chiudersi nei confini di un’Accademia per pochi eletti oppure, al contrario, di essere banalizzata da una divulgazione scalcinata e con contenuti mediocri ad uso di quel pubblico che viene ritenuto praticamente incapace di capire qualcosa… Al contrario la filosofia appartiene a tutti e il dovere di chi ha fatto della filosofia una professione è quello di offrire il proprio pensiero e le proprie idee in modo comprensibile alla conversazione pubblica perché queste possano entrare in circolo a tutti i livelli. “Non c’è cosa migliore che un filosofo possa fare – ha ribadito Bencivenga – che offrire quel poco che ha da offrire al pubblico in un modo comprensibile così che tutti, possano afferrare questa “cosa” e farci quello che ritengono più giusto."

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