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La settima onda di Daniel Glattauer – recensione di Fiorella Carcereri

Creato il 13 febbraio 2013 da Alessiamocci

Nel 2006 lo scrittore austriaco Daniel Glattauer (Vienna, 1960) ha conosciuto uno straordinario successo su scala mondiale  (un milione di copie vendute nella sola Germania) con il suo romanzo “Le ho mai raccontato del vento del Nord”.

 

La settima onda di Daniel Glattauer – recensione di Fiorella CarcereriA distanza di tre anni, nel 2009, è uscito “La settima onda” che ha registrato altrettanti consensi. I due romanzi si completano a vicenda.

“La settima onda” è una risposta che l’autore sembra voler dare a tutti coloro che, avendo letto il suo primo romanzo, si erano torturati nel desiderio di conoscere il seguito dell’appassionante relazione virtuale tra Emmi Rothner e Leo Leike. Sin dalle prime pagine de “La settima onda” si intuisce che i due protagonisti continuano un dialogo solo provvisoriamente interrotto.

Un sentimento nato per caso, poi cresciuto a dismisura, tra alti e bassi, sbalzi d’umore, lunghi e snervanti silenzi, ondate di tenerezza.

Leo definisce scherzosamente Emmi la sua i.d.P. (idea di Perfezione).

Ti porto sempre con me, attraverso i continenti e i paesaggi dell’anima, come sogno, come illusione di perfezione, come sublime concetto d’amore”.

Sì, perché non avendola mai incontrata fisicamente, la immagina come la donna ideale, senza difetti e senza ombre. Ed è proprio per non far crollare questo sogno che, per lungo tempo, nonostante i pressanti inviti di lei, farà di tutto per non incontrarla. Ma nemmeno la  fuga negli Stati Uniti potrà allontanare dalla sua mente il pensiero di lei. Le loro anime sono ormai legate a doppio filo.

La solitudine interiore di Emmi, intrappolata in un matrimonio infelice, traspare in continuazione dalle sue mail.

Grazie per avermi lasciato sbirciare attraverso una sottile fessura nel buio armadio dei sentimenti…Fatti vivo quando vuoi. Non è necessario che sia il tuo periodo migliore. Mi basterebbe anche un periodo di seconda scelta”.

Ma il passo dalla dolcezza,  alla diffidenza, alla solitudine, allo scoramento fino alla morbosità è breve.

Tra i due, è Emmi ad esteriorizzare maggiormente questi stati d’animo nelle sue mail.

Sembra che ci siamo conosciuti apposta per dirci addio. Sono sazia di addii, nauseata dagli addii, traumatizzata dagli addii”.

Come se ciò non bastasse, nei momenti di assenza virtuale di Leo, casuali o voluti, si trova frequentemente a fare i conti con un inquietante terzo incomodo, il “manager di sistema” che le rivolge sempre le stesse, implacabili parole:

Attenzione. L’indirizzo e-mail è cambiato. Il destinatario non può accedere alla casella di posta di questo indirizzo. Tutte le e-mail in arrivo saranno automaticamente cancellate. Il manager di sistema rimane a disposizione per ogni ulteriore domanda”.

“La settima onda” ci regala un epilogo non previsto e non frequente nelle storie virtuali.

È una storia tipica dei nostri tempi, tempi in cui la solitudine e la nevrosi sono all’ordine del giorno. Uno specchio fedele, il romanzo di Glattauer, della spasmodica ricerca della felicità che, seppur in modi sempre diversi, resta l’anelito primario dell’uomo in tutte le epoche della storia.

 

Written by Fiorella Carcereri

 


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