La settimana della cultura:archittetura neofascista a Foggia

Creato il 14 aprile 2012 da Ecodifoggia @ecodifoggia

di Nicola Baratta

(Ecodifoggia.it) - Foggia: Si è aperta in questa giornata, la settimana della cultura a Foggia, promossa dalle associazioni Alternativa Arte, Cicloamici, con la collaborazione del Museo di Scienze Naturali ed il patrocinio di Provincia e Comune di Foggia. La settimana della cultura, si apre con il convegno odierno sull'architettura del ventennio fascista a Foggia, a cui seguirà domani mattina la visita in bici tra i vari monumenti dell'epoca presenti in città nonché la visita di Borgo Segezia, esempio di archittetura imperialista degli anni venti. Il convegno, ha avuto luogo nei locali del Museo di Scienze Naturali ed hanno partecipato personaggi di spicco della società foggiana, oltre alle massime autorità preposte. Si parte con i saluti e gli interventi di apertura dell'ing. Cavaliere, facente le veci del sindaco di Foggia, da cui per altro giungono ottime notizie sulla riapertura della nostra amata cattedrale (si parla di luglio od agosto al massimo) e del teatro Giordano, per quest'ultimo però occorre qualche mese in più ma ci siamo. La parola passa al dott. Mercurio, che illustra in breve come la nostra Foggia, nonostante tutto ha un cuore culturale pulsante, il museo viene amministrato con pochi soldi (15 mila euro l'anno) ma conta numerosi visitatori, circa 139 mila, insieme altri siti museali presenti nella provincia, con un biglietto d'ingresso di soli 1,50 euro. L'architetto Alfredo de Biase, presidente dell'associazione Alternativa Arte, divenuta anche unità di protezione civile che si occupa della salvaguardia dei beni culturali ed artistici (l'unica in Puglia), passa poi a far notare come occorra indubbiamente in questo periodo di crisi l'intervento del privato, da sole le amministrazioni pubbliche non ce la fanno: chiaramente occorre un punto d'incontro tra le esigenze pubbliche e quelle private allo scopo di non disperdere il bene più prezioso. Ultimo saluto quello di Antonio Dembech, presidente di Cicloamici, che domani con al sua associazione ed insieme alla Dott.ssa  Isabella Di Cicco e l'ing. Michele Robusto, guideranno i foggiani alla scoperta dei monumenti del ventennio in città fino ad arrivare sempre in bici, a Borgo Segezia. Ritornando al convegno i relatori erano due: la Dott.ssa Isabella Di Cicco e l'ing. Michele Robusto, moderatore della discussione la prof.ssa Flora Bozza, socia dell'associazione Alternativa Arte ed addetta stampa della medesima associazione. L'interesse del nostro centro durante gli anni 20' è stato concreto da parte del regime dell'epoca, il 28 ottobre del 22', Foggia diviene città fascista e si adegua con i monumenti, le architteture, le forme, i palazzi ed anche con un discreto sviluppo urbano, a cui però va detto manca un chiaro piano di urbanizzazione. Il nostro comune, comincia con le prime opere instaurate dal regime, ad attrarre sempre più personaggi ed autorità dell'epoca, che vedevano in Foggia, l'occasione di un rilancio sotto ogni punto di vista. Dicevamo dei monumenti, si è parlato ad esempio dell'edificio sede del municipio, oltre al palazzo degli uffici, sede una volta di tutti gli uffici pubblici (ora solo il catasto), il palazzo dell'ex consorzio di bonifica, della fontana di piazza Cavour, voluta per l'arrivo dell'acquedotto pugliese nel tavoliere; lo stesso edificio dove ora ha sede l'acquedotto è stato voluto dal duce in persona. La stazione col suo immenso viale, alcune case dei ferrovieri volute anche quelle dal regime per dare un fiore all'occhiello alla città, un biglietto da visita per chi arrivava, lo stadio costruito anche in quell'epoca, da non dimeticare il palazzo degli studi, la scuola Parisi e l'itis Altamura, eccellenze dell'istruzione dauna. Il silos del grano su via Manfredonia, domina con la sua maestosità la città (col rischio serio di essere poi abbattuto essendo stato ceduto a privati) e testimonia la predominanza dell'economia agricola della zona, che portò il nostro centro a primeggiare per produzione. La Daunilia, ossia Amendola, dove essere il risultato di un nuovo nucleo urbano, che doveva sorgere così come Borgo Segezia, come paradosso al centralismo di potere, che vedeva tutti gli apparati burocratici concentrati nel capoluogo. Se Amendola, fu messa da parte perché scoppiata la guerra, Borgo Segezia rappresenta proprio il simbolo principale del littorio in capitanata, ideata e portata a termine da uno degli architetti più famosi dell'epoca: Concezio Petrucci, foggiano d'origine. La fondazione del borgo rurale, fu iniziata nel 1938 ed inaugurata in pieno periodo bellico nel 1942, con una cerimonia in tono dimesso, vista la guerra. La torre richiama quella di Pisa, secondo Petrucci, il palazzo del governo e le altre costruzioni in pieno tono solenne e con soli materiali italiani, le pavimentazioni infatti furono realizzate in linoleum. La sua posizione, si badi bene, non è stata decisa a caso, ma scientificamente voluta a quelle coordinate, per ottenere un risparmio energetico non indifferente nell'epoca, il borgo, che poi in origine era pensata come comune, doveva godere della miglior luce in ogni periodo dell'anno. Foggia, quindi ha avuto tanto da quel ventennio, come ci ricorda questo convegno a cui è seguita la visita guidata curata dal dott. Pasquale Bloise (noto museologo), è un peccato che un'amministrazione incapace, lasci andare alla deriva ed all'incuria i monumenti e le opere archittetoniche che testimoniano, la civiltà che fu. Cosa lasceremo noi alle prossime generazioni? E' questo il dilemma, da anni ci mancano iniziative e progresso in questo senso e perciò, l'associazionismo ed in particolare Alternativa Arte e Cicloamici, possono dar tanto a Foggia, ma non vanno lasciate isolate a se stesse. Le istituzioni devono dare una mano concreta, anche il museo stesso deve essere sostenuto ed i mass media dovrebbero essere più presenti a queste manifestazioni, Foggia solo cosi' potrò crescere anche culturamente, unendo tutte le forze in campo.


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