Rispondendo a un commento di Ondaluna, mi sono resa conto di quante volte, ultimamente, piango per un film. Spesso per un cartone animato. Io che prima del 2005 avevo pianto solo per Nel nome del padre, mica per Ghost o Scelta d'amore!
Ho cominciato con la serie TV di Lilo e Stitch, ogni volta che saltava fuori la storia dei genitori di Lilo (che non ci sono più, penso per un incidente). E ovviamente in Lilo e Stitch 2 singhiozzo.
Poi c'è stata l'Era Glaciale, in cui la mamma si butta da una cascata per salvare il bambino dalle tigri. Non parliamo di Nemo, in cui la mamma si sacrifica nella prima scena.
Da lì La Gabbianella e il Gatto ha avuto gioco facile: ogni volta che vedo la sequenza della morte di Kenga, mi nascondo in bagno per la vergogna.
Piango per i genitori della Bella Addormentata che devono affidarla alle tre fatine, e poi mi incazzo perché, se una strega maledicesse mia figlia, andrei a cercarla ben prima del principino di turno.
Sono stata capace di piangere per uno sceneggiato con Neri Marcorè e per diverse puntate di vari telefilm idioti ma con mamme come protagoniste.
Oltre a piangere, faccio anche gli scongiuri: la mamma è il personaggio con le più alte probabilità di morire giovane, e io sono una mamma che vorrebbe vivere a lungo!
Mi dicono che l'unica soluzione è staccarmi dallo stereotipo di mamma angelicata e diventare una strega (cosa che peraltro non mi riesce per niente male): l'erba grama non muore mai!
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