Fondo per la patrimonializzazione delle imprese, minibond, cambiali finanziarie e obbligazioni convertibili. Ecco gli strumenti anticrisi presentati dalla Regione e dalla Sfirs per provare a risollevare le sorti dell’economia sarda.
Nella lista troviamo il nuovo Fondo Investimenti per la Patrimonializzazione delle Imprese gestito dalla SFIRS e altre tre misure legate al più grande Fondo regionale di Garanzia per le imprese, anch’esso gestito dalla Finanziaria regionale: i minibond, le cambiali finanziarie, le obbligazioni convertibili.
Durante una conferenza stampa l’assessore regionale della Programmazione Raffaele Paci ha spiegato i dettagli delle operazioni.
Per primo è stato illustrato il Fondo Investimenti per la Patrimonializzazione delle Imprese (FIPI), che entrerà presto in funzione. Il suo obiettivo è aumentare il livello di capitalizzazione delle imprese, con interventi a sostegno dei piani di sviluppo aziendale presentati da società di capitali (anche costituite sotto forma di cooperative). L’entità degli interventi del Fondo non potrà essere inferiore a € 100.000 e superiore ad € 2.500.000. Il FIPI potrà coprire fino al 70 per cento degli investimenti. Il resto andrà finanziato da soggetti privati . Gli strumenti finanziari utilizzati dal Fondo FIPI per sostenere la capitalizzazione delle imprese sono il leasing di azioni o quote, il prestito partecipativo e l’acquisto di azioni o quote sociali. Gli interventi del Fondo FIPI sono destinati a imprese sane, dal punto di vista operativo ed economico, caratterizzate da interventi di riorganizzazione e sviluppo, dotate di un piano di sviluppo aziendale analitico. Gli investimenti effettuati mediante gli strumenti finanziari indicati avranno una durata non inferiore a tre anni e non superiore a dieci anni.
L’altra grande novità sono i Minibond. Sono strumenti obbligazionari e titoli affini. Li emettono le piccole e medie imprese. L’art. 32 del Decreto Crescita assicura specifici benefici finanziari e fiscali. L’obiettivo che si pone la SFIRS è accompagnare almeno 15 imprese di eccellenza con sede operativa in Sardegna con l’emissione dei nuovi strumenti alternativi al credito ordinario. 18 milioni di euro è l’impegno previsto del Fondo regionale di garanzia, 23 milioni la nuova finanza da immettere nel tessuto imprenditoriale sardo entro il 31 dicembre 2015.
Inoltre sono state presentate le Cambiali Finanziarie. Sono uno strumento di raccolta che consente alle piccole e medie imprese di finanziarsi a breve termine direttamente sul mercato, a costi più contenuti rispetto a quelli legati al credito bancario, con titoli immediatamente esecutivi per gli investitori. Tecnicamente, le cambiali finanziarie sono titoli di credito all’ordine, emessi in serie ed aventi scadenza non inferiore a 1 mese e non superiore a 36 mesi dalla data di emissione, e soprattutto prevedono la presenza di uno sponsor.
Infine, le Obbligazioni convertibili, il cui rimborso alla scadenza può avvenire, a discrezione del sottoscrittore, attraverso la consegna di quote del capitale della società emittente.
Tutti questi nuovi strumenti, ha spiegato l’assessore Paci, consentiranno alle imprese piccole e medie di «raccogliere nuove risorse finanziarie, con lo scopo primario di diversificare le proprie fonti di finanziamento a titolo di debito». Riuscire a finanziarsi in modo alternativo, a parere di SFIRS e Regione, «può ridurre i rischi di quando si dipende troppo dal modo tradizionale di approvvigionarsi (le banche) e in più consente alle imprese di accedere direttamente al mercato dei capitali – nazionale ed internazionale – che fino ad oggi era irraggiungibile per chi non era quotato in borsa». È anche possibile ottenere importanti agevolazioni, che rendono le piccole società non quotate del tutto simili, in termini di vantaggi legali e fiscali, alle grandi aziende che emettono titoli quotati.
Con i minibond e le altre misure, ha osservato Paci, «migliora anche la struttura finanziaria della piccola e media impresa rispetto alle scadenze: parliamo di strumenti finanziari di medio-lungo periodo, la cui emissione può generare un “effetto stabilità” nel credito dell’impresa, dovuto all’allungamento della durata media delle sue fonti di finanziamento». Di conseguenza migliora anche il rating (cioè la reputazione creditizia dell’impresa), il che rende meno costoso accedere anche al credito bancario tradizionale.
Inoltre, ha concluso Paci “con l’assessorato all’Industria stiamo anche lavorando a un nuovo strumento per favorire le start up tecnologiche“.