La sicurezza delle donne

Creato il 28 luglio 2011 da Luna Bianca Luna Nera
Basta la copertina del nuovo "Vademecum per la tua sicurezza" recentemente pubblicato e diffuso nella metropolitana di Roma, dove "tua" (lo specifico per chi si fosse malauguratamente lasciato sfuggire questa gustosa iniziativa editoriale) sta per "delle donne", basta la copertina dicevo per rendersi conto della vera natura dell'opuscolo.
Un volto di donna campeggia in primissimo piano; una donna giovane, perché quando si parla di sicurezza al femminile s'intende, quantunque l'opuscolo parli anche di scippi, la violenza sessuale. Ovvio. E' solo introducendovi la componente piccante che una pubblicazione, qualunque essa sia, può sperare di essere letta.
Un fiore viola, viola-violenza sessuale, appunto, incornicia le fattezze della modella.
Ma che fiore è? Una pervinca transgenica? Una mastodontica violetta impazzita? Una phalenopsis sfuggita alle serre tropicali?
Se proprio dobbiamo digerire la trita e ritrita associazione della femminilità alla delicatezza (discutibile nel caso in questione) di un piccolo fragile fiorellino, che almeno ciò avvenga nei limiti di una pudica verosimiglianza botanica.
E che dire dell'eloquente sottotitolo "Sicurezza, un lusso che oggi noi donne vogliamo permetterci", che fa il verso allo spot di una nota automobile sottoposta a recente restyling: "il lusso è un diritto"? Anche la violenza ai tempi del terzo millennio si sottopone a un restyling; combatterla, in questa società dove tutto viene sottoposto ad un meccanismo di rimozione inconscia quando non di palese colpevolizzazione della vittima, sta davvero diventando un lusso.
Il libercolo, inquietante e assurdo fin dalla copertina, non tradisce la propria impostazione nemmeno nel contenuto.
Apriamo a caso questo novello decalogo della sicurezza al femminile:
SE PUOI EVITA DI PORTARE CON TE LA BORSA
Se leggo questo opuscolo è perché ho preso la metropolitana e se ho preso la metropolitana è perché avevo i soldi per il biglietto e se avevo i soldi per il biglietto è perché avevo il portafogli e se avevo il portafogli è perché avevo portato con me la borsa che alla fiera mio padre comprò. Davvero i responsabili del diabolico libello pensano che si possa liberamente accedere alla metro romana senza pagare il biglietto?
GUARDA SEMPRE DALLO SPIONCINO CHI SUONA ALLA PORTA
Qui l'argomento si fa serio. Se a suonare alla porta è il marito alcolizzato che non vede l'ora di malmenarti per farsi passare la sbronza, guardare dallo spioncino può forse darti il tempo di decidere quale occhio ti farà nero questa volta.
GUIDA TENENDO LA DESTRA MA NON ACCOSTARTI TROPPO AL MARCIAPIEDE DI STRADE ISOLATE
Il rischio in questo caso è di investire qualche anziana vedova scesa a pascolare il cagnolino, che dimostra come l'oggetto della violenza ne divenga improvvisamente il soggetto. Una strategia sottile ma efficace per cominciare ad instillare nel cervello della donna, piccolo e delicato come la suddetta pervinca agli steroidi, l'idea che se subisce violenza, nella fattispecie sessuale, la colpa altro non è che sua.
NON INDOSSARE VESTITI PARTICOLARMENTE APPARISCENTI
Eccoci al dunque: la responsabilità, ci piaccia o no, è della vittima. Che vi dicevo?
Le donne, credo, non sentivano la mancanza di questa pubblicazione.
Sentono invece la mancanza, nella quotidianità, di un discorso chiaro e davvero educativo sulla violenza. Che non è, si sa, unicamente declinabile al femminile; e che le donne subiscono non per difetto di forza fisica atta a rispondere per le rime all'aggressore, bensì per la mancanza, secolare ed anzi millenaria, di una cultura che le consideri al pari dell'uomo.
Pari e diverse, se vogliamo.
Pari e complementari. Ok.
Ma pari.
 

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